giovedì, Aprile 25, 2024

Calcio, tra scongiuri e riti propiziatori: l’anatema napoletano

Tra i partenopei c’è una divinità che, storicamente, è alla destra del Padreterno e si chiama San Gennaro, per il quale la devozione è assoluta e ricambiata con l’annuale miracolo dello scioglimento del sangue riposto nella famosa reliquia.

Oggi, a Napoli, non ci sono santi veri e propri, ma Sarri, i giocatori e la stampa locale, crede ciecamente alla magnificenza del suo gioco, fino al punto di convincersi che la stagione in corso sia quella della definitiva consacrazione.

Diciamo subito che tutto ciò non è per niente esecrabile e lo spessore calcistico della squadra campana ha raggiunto ottimi livelli, soprattutto in Italia, considerando gli ultimi due campionati e molte prestazioni encomiabili in Champions League.

Napoli non è più una formazione composta da bravi calciatori, ma bensì da elementi invidiati da tutta Europa, capace di far male a qualunque avversario, che si chiami Juventus o Real Madrid.

Ciò che lascia ancora perplessi è una certa, sottile, irriverenza, tipicamente napoletana, quando alcuni suoi tesserati o giornalisti molto vicini alla squadra, analizzano, incautamente, situazioni esterne al proprio club, finendo per attirare, ingiustamente, altrettante sottili antipatie, che potrebbero risparmiarsi.

E infatti Auriemma, ad esempio, avanza supposizioni del tutto personali rivolgendosi all’ambiente interista, asserendo testualmente: “quello che non capisco dei tifosi interisti è il motivo per il quale si sentono inferiori anche quando competono alla pari con gli altri e tra l’altro con una gara a settimana, senza coppe, sono avvantaggiati”.

Parere insensato, trovandoci ancora all’inizio del campionato e apparentemente provocatorio, ritenendo forse i tifosi interisti abbastanza sfigati da rinunciare alle certezze che le prime vittorie stanno dando a tutto l’ambiente.

Una velata ed altera opinione che però, nei prossimi mesi, potrebbe paradossalmente incastrarlo nella stessa trappola dialettica, preparata accuratamente per attirare la preda.

Perché se è sacrosanto che Sarri e compagni possono ambire, e devono ambire, alla vittoria del titolo nazionale, per vincerlo potrebbero rinunciare alla Champions League, come traspare dalla prima uscita con lo Shakhtar e da una parte della stampa partenopea, più propensa a concentrarsi sull’obiettivo dello scudetto che ad altro.

Ma se entrambi, o uno di questi, non arrivassero nelle mani del capitano, ecco che ad immolarsi dovrebbero spingersi proprio quei benpensanti che ora, stucchevolmente, si divertono a sfottere sotto traccia, ai quali non rimarrebbe altro che chiedere miracolosamente di continuare a parlare.

 

 

 

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