sabato, Luglio 27, 2024

Biden e l’Egitto mettono in guardia Netanyahu dall’invasione di Rafah

Il presidente americano Joe Biden e l’Egitto mettono in guardia il primo ministro israeliano Netanyahu dall’invasione di Rafah. “Ci saranno terribili conseguenze”, ha detto il ministero degli Esteri egiziano.

Biden e l’Egitto mettono in guardia Netanyahu su Rafah

Il presidente americano Joe Biden è il ministero degli Esteri egiziano hanno messo in guardia Israele contro un’operazione militare a Rafah. L’avvertimento è arrivato dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è rivolto ai media americani per spiegare che tale passo è necessario per la vittoria israeliana contro Hamas. Biden ha parlato della questione direttamente con Netanyahu in una telefonata. La Casa Bianca ha riferito che il presidente Biden ha riaffermato il suo punto di vista secondo cui un’operazione militare a Gaza non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza e il sostegno a oltre un milione di persone che vi si rifugiano.

Il Ministero degli Esteri egiziano ha invece messo in guardia dalle “terribili conseguenze di tale azione”, che secondo lui rischia di “peggiorare la catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza”. Ha poi invitato la comunità internazionale a unirsi per impedire un attacco dell’IDF contro Rafah, che si trova vicino al suo confine e dove si trovano oltre 1,3 milioni di palestinesi, molti dei quali sono fuggiti lì per sfuggire ai bombardamenti nella parte settentrionale dell’enclave.

I dubbi sull’operazione a Rafah

L’ONU, l’UE, il Regno Unito, la Germania, l’Irlanda, gli USA e la Giordania si sono tutti espressi contro tale operazione, sollevando scetticismo sulla possibilità di un piano credibile per proteggere i civili. Il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha detto di essere “profondamente preoccupato per la prospettiva di un’offensiva militare a Rafah”. “La priorità deve essere una pausa immediata nei combattimenti per far entrare gli aiuti e liberare gli ostaggi, quindi procedere verso un cessate il fuoco sostenibile e permanente”, ha aggiunto Cameron.

“Siamo stati assolutamente chiari sul fatto che, nelle attuali circostanze a Rafah, un’operazione militare in quella zona non può procedere. Aggraverebbe drammaticamente l’emergenza umanitaria che tutti stiamo cercando di alleviare in questo momento. Israele ha l’obbligo di garantire che i civili, che la popolazione civile di Gaza siano al sicuro e che abbiano accesso agli aiuti umanitari e ai servizi di base”, ha invece detto l’ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield alla National Public Radio.


Leggi anche: Netanyahu difende la risposta di Gaza

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