Gli incentivi auto, da quando sono stati introdotti, hanno suscitato una serie di perplessità, poiché ci si chiede se davvero sia possibile usufruirne. Ad esempio, leggendo attentamente il sito dedicato al bonus, si apprende che non si tratta di un provvedimento introdotto per fornire un supporto al mercato delle vetture, giacché il suo obiettivo è volto completamente alla tutela dell’ambiente. Come riporta ClubAlfa, Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia, sostiene che questa finalità non si potrà realizzare almeno fino a quando non giungeranno dei finanziamenti relativi ai veicoli più diffusi sul mercato che hanno dei prezzi accessibili.
Ci sono dunque diversi dubbi che ruotano intorno agli incentivi auto. Innanzitutto si fa notare che le automobili a benzina e diesel hanno ancora dei costi normali. Le endotermiche rientrano nel bonus perché sono efficienti. Per quanto riguarda il comparto elettrico, invece, siamo di fronte a dei prezzi elevati anche se si ricorre alla misura varata dal Governo Conte.
Il secondo punto su cui riflettere è quello della mancanza di dati statistici relativi ai redditi dei consumatori che hanno potuto usufruire del provvedimento. Dunque ad oggi non si sa chi siano né quanto guadagnino le persone che hanno acquistato delle auto elettriche. Inoltre non bisogna dimenticare che c’è una proposta di collegare gli incentivi auto al reddito: ovvero, chi ha degli introiti più bassi dovrebbe usufruire di un bonus più corposo.
Dubbi su incentivi auto e sulle vetture elettriche
Esiste poi un altro problema relativo agli incentivi auto. Quando era ancora in carica, il Governo Conte aveva riportato che sarebbe arrivato un contributo per tutti coloro che hanno un Isee più basso di 30.000 euro. Il decreto attuativo però non è stato varato, ed ora non si sa cosa accadrà visto che c’è un nuovo Governo guidato da Mario Draghi.
Ecobonus autoveicoli: incentivi per nuovo acquisto
Oltre agli interrogativi sugli incentivi auto, ci sono diverse perplessità sul destino del mercato delle vetture in Italia. Motus-E sostiene che il nostro Paese dovrà lavorare per migliorare la sua attrattiva di mercato sulle auto elettriche. Solo così, infatti, si potrà rispettare il parametro dell’Unione Europea sulle risorse rinnovabili entro il 2030 (21,6%) e su una diminuzione dei consumi relativi ai trasporti.