Il via all’indagine è stato dato da una collaboratrice dell’ospizio, che fa parte della rete dei 13 centri sparsi per l’Italia dell’Opera San Camillo, la quale ha fornito come prima prova di quanto accadeva un filmato dei soprusi a danno dei vecchietti. La donna spiega che c’è un ospite che in alcuni momenti ha il desiderio di uscire e che chiede di non essere legato, dal momento che essere immobilizzato non e’ di fatto sinonimo di vivere. La donna chiede al direttore se questi atteggiamenti atroci siano un valido metodo di riabilitazione e la risposta del sacerdote è sconcertante, si giustifica dicendo che è difficilissimo quando ci sono 15 persone da curare». La collaboratrice obietta che non si può per mancanza di organico legare una persona, ma il parroco ammonta scuse finché la donna gli dice che qui si tratta di umanità». Da lì sono partiti gli approfondimenti dei poliziotti, anche con l’uso di telecamere nascoste, che sono durati circa 10 mesi .
Questa mattina, grazie all’ordinanza del gip, sono state sequestrate molte cartelle cliniche, perquisiti tutti i locali della struttura e sentite persone informate sui fatti così da documentare con testimonianze le modalità delle pratiche illegali utilizzate. La polizia ha provveduto, inoltre, a far nominare un nuovo direttore non solo per garantire un regolare e dignitoso percorso socio assistenziale per i pazienti “liberati” , ma anche per garantire visite e cure affinché i trattamenti infernali possano finalmente essere sostituiti da comportamenti umani.