Rientra in Italia Menoona Safdar, trattenuta in Pakistan dalla famiglia

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La giovane pakistana Menoona Safdar in un'immagine tratta dalla sua carta d'identità, Monza, 20 settembre 2018. ANSA/STRINGER

La 23 enne portata in Pakistan con l’inganno, è rientrata ieri in Italia. Partita da Doha è atterrata a Milano Malpensa. Quando è arrivata ha detto: “Non voglio vedere nessuno”, ma il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi aveva preannunciato il suo rientro in Italia già in mattinata.

La ragazza, Menoona Safdar, voleva finire la scuola e restare in Italia, ma le è stato impedito perché i genitori volevano che sposasse un uomo di loro gradimento e non accettavano che lei avesse una relazione con un ragazzo che non fosse stato scelto dalla famiglia. Il fratello della ragazza Raza Safdar,  intervistato, sostiene: “Lei è voluta andare in Pakistan. Non volevamo il suo uomo nella nostra famiglia perché non è una bella persona, è pericoloso, non è vero che non volevamo studiasse”.  I fatti però cominciano nel 2015, quando la ragazza frequenta la classe quarto superiore di una scuola in provincia di Monza e il padre l’avrebbe costretta a non studiare e a restare a casa. Nel 2017 i genitori  riportano la ragazza in Pakistan e fanno rientro in Italia. La ragazza viene attirata in Pakistan con la scusa di dover far visita a dei parenti. Nel luglio scorso Menoona riesce a scrivere una lettera alla sua ex classe. Nella lettera spiega che non ha abbandonato di sua volontà gli studi e chiede aiuto per rientrare in Italia. Secondo quanto scritto sembra che una professoressa abbia cercato di capire perché avesse smesso di studiare, ma invano poiché non sarebbe più riuscita a contattarla. I genitori le avrebbero sottratto il permesso di soggiorno che aveva rinnovato, il passaporto e il codice fiscale e l’avrebbero lasciata in Pakistan per rientrare in Italia. Questa sarebbe dovuta essere la punizione per aver voluto studiare e per non aver accettato di sposare l’uomo da loro scelto per lei. La 23 enne nel frattempo ha conosciuto un ragazzo in Pakistan e raggiunta al telefono dall’ANSA dice: “Ora vivo con lui, i miei genitori non vogliono che stia con lui, perché la cultura nel nostro paese non permette alle giovani di scegliere con chi stare. Ho provato a chiedere aiuto alla mia Ambasciata ma non mi hanno ascoltata, vi prego, voglio tornare in Italia, è lì che vedo il mio futuro.” La scuola ricevuta la lettera ha denunciato tutto ai carabinieri e alla Procura di Monza. La documentazione è stata poi trasferita al Ministero degli esteri e alla Prefettura di Monza e Brianza. La ragazza ora è riuscita a rientrare in Italia e in una nota del Ministero degli esteri si legge: “Il positivo esito, che ha posto fine a una grave violazione dei diritti fondamentali della giovane donna, è stato reso possibile, a seguito del personale interessamento del ministro, dell’efficace azione della nostra ambasciata a Islamabad in stretto raccordo con la Farnesina”.