Il nome Leoncavallo è tornato prepotentemente alla ribalta ed è oggi tra i termini più cercati su Google. Motivo: lo sgombero del centro sociale autogestito di Milano, occupato dal 1994 in via Watteau. Un’azione che segna la fine di una storia lunga oltre trent’anni e che ha sempre diviso opinione pubblica e politica.
Lo sgombero del Leoncavallo a Milano
Questa mattina, giovedì 21 agosto 2025, le forze dell’ordine e l’ufficiale giudiziario hanno avviato le operazioni di sgombero del centro sociale Leoncavallo, uno dei più longevi e conosciuti in Italia. L’edificio, occupato dal 1994, rappresentava un punto di riferimento per movimenti politici, culturali e sociali della città.
Lo sfratto era atteso da tempo: già negli anni scorsi si era parlato di possibili azioni legali, ma i procedimenti erano sempre stati rinviati. Oggi, invece, è arrivato il blitz definitivo.
La storia del Leoncavallo
Fondato nel 1975, il Leoncavallo ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dei centri sociali italiani. Nel corso dei decenni ha ospitato:
- concerti e festival musicali con artisti italiani e internazionali,
- dibattiti politici e culturali,
- attività sociali e di aggregazione,
- una vera e propria officina creativa alternativa.
Dopo uno sgombero negli anni ’80, il centro venne rioccupato e nel 1994 trovò sede definitiva in via Watteau, dove è rimasto fino ad oggi.
La mobilitazione e la “cassa di resistenza”
La notizia dello sgombero ha subito scatenato reazioni a catena. Gli attivisti hanno parlato di “attacco politico e culturale” e hanno lanciato una raccolta fondi definita “cassa di resistenza”, per sostenere eventuali spese legali e attività future.
Nei social network sono già migliaia i messaggi di solidarietà, con l’hashtag #Leoncavallo in tendenza su X (ex Twitter) e Instagram.
Perché il Leoncavallo è un simbolo
La chiusura del Leoncavallo non è solo una questione logistica, ma rappresenta la fine di un’epoca. Il centro sociale è stato per anni:
- un luogo di espressione culturale alternativa,
- un punto di riferimento per giovani, studenti e artisti,
- un laboratorio politico che ha influenzato il dibattito nazionale.
La sua presenza a Milano è stata spesso oggetto di scontri tra amministrazioni locali, forze dell’ordine e mondo della cultura indipendente.
Cosa succede adesso
Lo sgombero apre un grande punto interrogativo: quale sarà il futuro degli spazi del Leoncavallo? Alcuni parlano di una possibile riqualificazione a fini residenziali o commerciali, altri temono la perdita definitiva di un luogo simbolico per la città.
Gli attivisti, dal canto loro, hanno già annunciato che il movimento non si fermerà: “Il Leoncavallo non è solo un luogo fisico, è un’idea”.