Gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche tornano protagonisti nel panorama automobilistico italiano. Con l’approvazione di un nuovo piano da quasi 600 milioni di euro, il Governo rilancia il sostegno alla mobilità sostenibile, mettendo a disposizione contributi fino a 20.000 euro per l’acquisto di veicoli a zero emissioni.
Stanziamento record e obiettivi
Il pacchetto di incentivi, annunciato ufficialmente dal Ministero dell’Ambiente, mira a rilanciare il mercato delle auto elettriche, che in Italia rappresentano solo il 6% delle nuove immatricolazioni (contro il 15% della media europea).
L’obiettivo è favorire il ricambio del parco auto, ridurre le emissioni e spingere famiglie e imprese verso una mobilità più green.
A chi sono destinati gli incentivi
I nuovi bonus saranno attivi da settembre 2025 e prevedono due principali categorie di beneficiari:
- Privati cittadini: contributi fino a 11.000 euro, variabili in base all’ISEE e alla tipologia di veicolo rottamato.
- Microimprese: contributi fino a 20.000 euro, con percentuale di copertura fino al 30% del prezzo di acquisto.
Per entrambe le categorie, la rottamazione di un veicolo inquinante è condizione obbligatoria per accedere al bonus.
Requisiti e modalità di accesso
Gli incentivi saranno destinati principalmente ai residenti in aree urbane funzionali, ovvero zone caratterizzate da maggiore densità abitativa e criticità ambientale.
Il contributo sarà erogato fino ad esaurimento fondi e dovrà essere utilizzato entro il 30 giugno 2026.
La procedura di richiesta avverrà attraverso la piattaforma ufficiale Ecobonus, con prenotazione del contributo da parte del concessionario.
Perché sono tornati in tendenza
Il tema è diventato virale su Google per diversi motivi:
- Novità sostanziali nei massimali di contributo.
- Attesa per l’apertura della finestra di richiesta a settembre.
- Preoccupazione per l’esaurimento rapido dei fondi disponibili.
- Restrizioni geografiche e requisiti ISEE che hanno acceso il dibattito.
Impatto sul mercato
Gli operatori del settore prevedono un boom di richieste nei primi mesi di attivazione. Tuttavia, il rischio è che, come già avvenuto in passato, l’attesa per l’incentivo possa rallentare temporaneamente le vendite, congelando il mercato in attesa di settembre.