domenica, Maggio 5, 2024

Educazione alle relazioni nelle scuole

Oggi 25 novembre 2023 si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Diverse sono le iniziative nelle piazze, i convegni presso le città e attività, come i flash mob nelle vie e nelle piazze e gli incontri nelle scuole. Infatti adesso è da queste che bisogna partire, per educare, sensibilizzare e formare gli adulti di domani. Vediamo come attraverso la proposta di istituire nelle scuole l’insegnamento dell’educazione alle relazioni, e riflettendo sulla possibilità di educare alla sessualità nelle scuole.

La proposta di Valditara per l’educazione alle relazioni nelle scuole

Educazione alle relazioni nelle scuole è la proposta avanzata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Infatti, adesso è dalle scuole che bisogna partire, per educare, sensibilizzare e formare gli adulti di domani.

Il Ministro ha proposto un progetto specifico, destinato alle scuole superiori. In realtà bisognerebbe partire con l’ ‘educazione all’affettività’ per le alunne e gli alunni più piccolini, come quelli che frequentano le scuole dell’infanzia e le primarie. Certamente presso le scuole superiori, data l’età e le esperienze di relazioni che riguardano anche l’aspetto della sessualità più matura e condivisa, è possibile attivare gruppi di discussione più approfonditi su diverse tematiche e problematiche.

Il piano “Educare alle relazioni” sarà facoltativo per le scuole. Il governo ci sta lavorando da tempo per contrastare la violenza di genere.

La finalità è contrastare la violenza degli uomini nei confronti delle donne partendo dalla formazione e dalla cultura. Come? Si attivano gruppi di discussione coordinati da un docente. Questi deve essere formato in maniera specifica seguendo un programma del Ministero insieme con l’ordine degli Psicologi. E esponendo anche i rischi connessi ad attuare atteggiamenti violenti, sia a livello di giustizia che sul piano psicologico per chi è vittima. Secondo quanto dichiarato dal ministro Valditara durante interviste trasmesse sui canali televisivi, si vogliono realizzare presidi territoriali a servizio delle scuole. Il progetto sarà finanziato con quindici milioni di euro di fondi PON, cioè Programma Operativo Nazionale. Il progetto non potrà nemmeno essere attuato senza il consenso dei genitori degli studenti e quello degli studenti stessi. Inoltre, si terrà in orario extracurricolare, cioè fuori dal normale orario scolastico.

No all’educazione sessuale nelle scuole

Mentre la proposta di educazione alle relazioni nelle scuole ha un seguito, è stata categoricamente bocciata quella di educazione sessuale.

In realtà i due approcci, soprattutto per i giovanissimi che stanno crescendo, dovrebbero essere parte di un percorso di formazione comune. Ma c’è disaccordo su chi educa alla sessualità. Chi ha detto no, dunque chi vota le leggi, si oppone perché non reputa che questo debba essere realizzato dalle scuole, ma che sia appannaggio delle famiglie. E se famiglie non lo fanno? E se non sono capaci? E se non c’è dialogo tra genitori e figli e non è possibile educare i figli alla sessualità?

Educazione sessuale nelle scuole

La scuola è capace di parlare di sessualità in modo giusto, attraverso che quello che può diventare un percorso continuativo da rivolgere alle studentesse e agli studenti. I docenti vanno formati e assistiti da esperti, come psicologi. L’obiettivo è quello di sviluppare una visione globale e positiva. Magari all’interno di ogni singola materia insegnata nell’ambiente scolastico, proprio per favorire la visione globale e consapevole. Ad esempio, affrontare anche i temi dell’affettività e della cultura della vita, attraverso la comunicazione e la fiducia.

Uno studio

Da uno studio condotto nel 2023 da Skuola.net e Durex con EbiCo, una cooperativa sociale ONLUS riconosciuta come Spin-Off Accademico dell’Università di Firenze, è emerso che il 93,7% degli studenti vuole che ‘educazione sessuale’ diventi materia obbligatoria a scuola. Hanno partecipato oltre quindicimila giovani tra gli 11 e i 24 anni. La consapevolezza è che aumentano i comportamenti a rischio e gli intervistati che si approcciano alla sessualità affermano di avere conoscenze parziali. E ciò va a ripercuotersi su abitudini e comportamenti.

Conclusioni

In concreto, cosa fare? “Sconfiggere la cultura tossica del patriarcato”, ha affermato il Ministro.

Come pure cancellare le differenze di genere e i comportamenti maschilisti. Dunque le donne vanno liberate dalle violenza e dai condizionamenti imposti da stereotipi e pregiudizi. Lavorare con i bambini e con i ragazzi serve a creare una cultura della non violenza e diffondere i diritti di uguaglianza e parità di genere.

https://www.periodicodaily.com/non-sei-sola-battipaglia-per-leliminazione-della-violenza-sulle-donne-25-novembre-2023/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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