giovedì, Luglio 17, 2025

Zaia il paladino della regione veneta

Ultimamente sui giornali si parla quotidianamente del Presidente della regione Veneto e come la sua figura autoritaria e decisa sia riuscita a far si, che il Veneto sia considerata la regione che ha tenuto testa a questa pandemia in maniera più contenuta, rispetto alle altre regioni.

Infatti è lui, che richiede l’apertura anticipata per ridare gas alle aziende, che vogliono rimettersi subito in moto, per ritornare a correre su strada e riallinearsi con gli altri paesi, che invece non si sono mai fermati al Pit Stop.

Ma chi è il Governatore Luca Zaia?

Luca Zaia è nato il 27 marzo del 1968 a Conegliano. Si è laureato in Scienze della Produzione Animale presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Udine.

Si sposa nel 1999 con Raffaella Monti, segretaria dell’azienda, di un anno più anziana; la coppia non ha figli.

Il 4 agosto 2006, salva un cittadino albanese che in seguito a un incidente, è rimasto intrappolato nella propria macchina in fiamme.

Ai tempi, ricopriva il ruolo di vicepresidente del Veneto e ad un intervista ha dichiarato: “Non chiamatemi eroe, ho fatto quello che qualunque cittadino avrebbe dovuto fare e sono disgustato, di chi in questa vicenda ha tirato diritto, incurante di ciò che stava succedendo”.

Il 29 Marzo del 2010, Zaia vince le elezioni ottenendo più del 60% dei consensi, diventando così il decimo presidente del Veneto, nonché il più votato tra i candidati presidenti in Italia.

In un sondaggio fatto dal Sole 24ore, emerge che sullo scalino più alto dei gradimenti popolari, troviamo Luca Zaia che quest’anno festeggia il suo ottavo anno da presidente del Veneto.

E come i veri campionati di calcio lascia ben 11 punti di distacco al suo inseguitore Massimiliano Fedriga, presidente della regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

Nel 2010, dopo l’alluvione che ha calpito il Veneto, Zaia richiede maggiori fondi per aiutare una regione ormai in ginocchio ed in un intervista dichiara: ” è inaccettabile spendere 250 milioni di euro per i quattro sassi di Pompei e non aiutare il Veneto”.

Nel 2019, insieme al presidente della regione Fontana e il sindaco di Milano vincono la gara e si aggiudicano le Olimpiadi invernali 2026 e le Paralimpiadi invernali del 2026. I giochi si svolgeranno tra Lombardia, Veneto e le province di Trento e Bolzano, con l’apertura che si terrà allo stadio di San Siro. Però il vero obiettivo di Zaia è quello di rendere la regione Veneta autonoma e libera.

Ma il 27 agosto, un vicepremier Luigi Maio infrange il suo sogno e dichiara apertamente: “Che il Veneto non otterrà l’autonomia perché ha chiesto troppo”. La risposta del Presidente Zaia non tarda ad arrivare e risponde: “Che lui, in confronto alle altre regioni è riuscito ad ottenere tramite referendum ben 23 materie previste dalla Costituzione e non si dica che siano troppe, perché nel Piemonte se ne prevedevano 12 e di autonomia neanche l’ombra.

Oggi in un comunicato stampa ha dichiarato:” Pronti no a prove di forza, ma a una convivenza con questa pandemia”. Sottolinea che nei suoi pensieri c’è tutelare la salute dei cittadini.

E si scaglia contro chi ha affermato che il Veneto pensa solo al Dio denaro, cosa assolutamente non vera e parla a nome di tutti gli aiuti arrivati da imprenditori, cittadini e addirittura bambini che hanno rotto il loro salvadanaio per dare una mano alla propria regione.

Il Veneto non ama i soldi, ama lavorare e non stare inerme e se questo porta a una certa stabilità economica, che male c’è? E grazie a questo nostro modo operandi che la sanità è riuscita a non far collassare la nostra regione. E i dati lo confermano. E saranno i cittadini a decidere se continueranno a farsi curare da Roma o in forma autonoma dalla loro regione.

Ma ora bisogna solo pensare a una cosa:”Dare ossigeno ai nostri polmoni che sono le industrie, il turismo, le grandi e le piccole imprese e soprattutto non dimenticare il lavoro svolto dalla Sanità, per 10anni lasciata da sola e denutrita. Questo non deve assolutamente più ripetersi, perché in questa pandemia sono stati loro il nostro cuore pulsante e sempre solo grazie a loro, siamo riusciti ad essere la prima regione dove questo virus è stato contenuto con ottimi risultati.

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