giovedì, Aprile 25, 2024

Zafer Afisa: dalla Siria all’Italia per iniziare una nuova vita

Conosco Zafer Afisa per caso nella capitale e ne rimango affascinata per la sua straordinaria brillantezza ed eccezionalità. Il passaggio dalla Siria all’Italia per iniziare una nuova vita non è stato semplice ma credo, ed è la sua stessa vita a dimostrarlo, che se la sia cavata alla grande. Mi propongo che in futuro avrei certamente colto l’occasione di intervistarlo, qualora avessi iniziato un percorso per diventare giornalista.

Zafer Afisa: dai desideri ai fatti

Dopo aver iniziato la collaborazione con periodicodaily penso che sia giunta l’occasione per intervistare il mio amico siriano e gli propongo la cosa. Lui entusiasta mi da gentilmente l’assenso e mi propone di passare da lui, presso il suo salone di parrucchiere, ubicato non troppo lontano da Piazza di Spagna. Ebbene sì, nel giro di qualche anno il mio amico era riuscito ad aprire la sua attività in Italia e per giunta anche in una zona centrale dove, fino a qualche mese fa, pullulava di turisti.

L’intervista a Zafer Afisa

Ammetto di aver preparato prima le domande e di aver portato con me il foglietto dove le avevo appuntate. Forse sì non molto professionale ma per essere la mia prima intervista ed essendo anche un contesto informale me la faccio passare per buona. La prima domanda che pongo a Zafer Afisa riguarda la situazione della Siria prima della guerra e come siano iniziate a cambiare le cose. Egli mi spiega che la Siria prima della guerra era abbastanza ricca, non c’era nessuno senza casa perché lo Stato costruiva per i poveri ogni anno delle case, non c’era nessuno senza lavoro e il costo della vita non era alto. Ognuno poteva esprimersi nel proprio lavoro e garantire un futuro per se stesso e per i propri figli. La situazione sarebbe cambiata prima con la pubblicità, nelle notizie girate in tutto il mondo. Molte persone “cattive” sarebbero entrate in Siria con le armi, a detta del mio amico, attraverso la Turchia, la Giordania, il Libano ed l’Iraq e sarebbero stati pronti per la guerra.

Zafer Afisa: dalla Siria all’Italia

Proseguono le mie domande prima tenendo conto della loro vita svolta in Siria durante la permanenza in tempo di guerra e poi in riferimento al momento decisivo in cui lui e la sua famiglia hanno deciso di passare dalla Siria all’Italia per iniziare una nuova vita.

Nel 2013″ afferma Zafer “dopo due anni e sei-otto mesi dalla guerra abbiamo scelto di lasciare Aleppo per recarci in una città più tranquilla perché in quel momento non pensavo di lasciare il medio-oriente. Siamo scappati a Latakia (anticamente Laodicea), una città verso il mare, abbiamo comprato una casa ed era più tranquillo, la guerra si sentiva poco. Lì ho vissuto con la mia famiglia tre anni. Poi però la vita è diventata molto difficile economicamente, psicologicamente. Mia moglie diceva sempre in quel momento di non riuscire a vedere un futuro per i nostri figli, non va bene se restiamo qui, dobbiamo scappare, dobbiamo andare via. Ecco perché ho scelto di lasciare la Siria e sono da tre anni qui in Italia”.

Una nuova vita: dalla Siria all’Italia

Quindi la mia attenzione si sposta al periodo attuale, in Italia, e chiedo a Zafer Afisa se si siano sentiti accolti, come sia cambiata la loro vita e come sia riuscito a reinventarsi; e poi della possibilità in futuro, a guerra finita, di tornare in Siria.

Ho scelto l’Italia” commenta Zafer “perché in Italia se qualcuno viene come cristiano siriano dalla Siria trova la stessa mentalità. Questa è una cosa molto importante per noi, cristiani siriani. Seconda cosa la temperatura, qui è uguale alla Siria. Le persone qui, i loro volti, hanno lo stesso sorriso, sono molto socievoli. Ecco perché ho scelto di venire qui. Certo sono in difficoltà gli italiani, economicamente non hanno una vita precisa, perfetta ma possiamo ricostruire il nostro futuro qui in Italia. Ci siamo trovati bene, gli italiani già hanno vissuto difficoltà come la guerra, non sono persone fredde.”

Poi si rivolge in particolare agli stranieri in Italia e lancia loro un appello: “La prima cosa, le chiavi per entrare nel mondo italiano sono la lingua, chi riuscirà a parlare l’italiano riuscirà a costruire il suo futuro. Sono riuscito ad imparare l’italiano perché già parlavo inglese, francese, la lingua italiana è diventata per me come un dialetto, ecco perché sono riuscito ad entrare nel mondo italiano, a trovare il mio posto, sono diventato come ogni persona che vive in questo paese. Sono ora italiano più degli italiani.” afferma il mio amico, ridendo. “Non stiamo pensando di tornare in Siria” e conclude “se il nostro paese tornerà come prima in quel momento potremmo pensare di tornare o meno. Per il momento c’è solo l’Italia.”

Le cause del conflitto in Siria

Non potevano non mancare alcune domande più delicate in riferimento alle cause che avrebbero portato al conflitto e del perché quest’ultimo permane tutt’ora.

Secondo me” sottolinea Zafer “questa domanda è la più importante, non è come le altre. Spero che la mia risposta uscirà nell’intervista. La causa della guerra è solo il petrolio, il gas. Non ancora sono riusciti a prendere quel petrolio sotto il mare perché ci sono tanti paesi che stanno proteggendo il nostro paese, ecco perché non riescono a finire questa guerra. Non è finita perché non hanno preso nulla per il momento, cercano di prendere qualcosa ma non riescono“.

La posizione degli Stati Europei

Infine il mio interesse si sposta sui vari Stati Europei e chiedo al mio amico se secondo lui questi avrebbero potuto fare o potrebbero fare qualcosa di più per aiutare la Siria.

C’è una mano invisibile” conclude Afisa “ed è quella che sta cercando di disturbare tutto il mondo, non solo Siria. Gli altri paesi non possono uscire fuori da questa legge. Ecco perché il nostro grido non è mai arrivato qui in Italia. Solo il Vaticano lo ha sentito bene e ha dato una grande mano per aiutare il popolo siriano, secondo me.

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