venerdì, Marzo 29, 2024

Yemen, 70 soldati uccisi in un attacco missilistico

Una strage di militari filogovernativi si è consumata nel pomeriggio di ieri in Yemen. Fonti mediche e militari riferiscono di almeno 70 soldati uccisi e di decine di feriti a seguito di un attacco missilistico dei ribelli Houthi contro una moschea nella provincia di Marib, nella regione centrale del Paese.

La moschea si trova in un campo di addestramento militare a 170 km da Sanaa, e l’attacco sarebbe avvenuto durante la preghiera pomeridiana. Secondo fonti citate dalla tv Al Ekhbariya, il raid è stato sferrato con missili balistici e droni.

Le dure parole del presidente yemenita

Intanto l’agenzia ufficiale Saba riporta che il presidente yemenita Abd Rabbo Mansour Hadi ha accusato gli Houthi e ha definito l’attacco “codardo e terroristico”. “Le azioni vergognose della milizia Houthi confermano senza dubbio la sua riluttanza a (raggiungere) la pace, perché non conosce nient’altro che morte e distruzione ed è uno strumento iraniano a buon mercato nella regione” dice il presidente.

La guerra tra Iran e Arabia Saudita

Il governo dello Yemen, riconosciuto a livello internazionale, sostenuto da una coalizione militare a guida saudita, sin dal 2014 combatte gli Houthi appoggiati dall’Iran, quando i ribelli hanno conquistato la capitale settentrionale di Sanaa.

Anni orsono, dunque, che è in corso una guerra per procura in Yemen tra l’Iran e l’Arabia Saudita, che dal 2015 guida una coalizione militare che tenta di riportare al potere il governo sunnita del presidente Hadi, che gli Houthi sciiti hanno allontanato dalla capitale Sanaa e ora ha la sua base nel porto meridionale di Aden. Decine di migliaia di persone, per lo più civili, sono state uccise e milioni di sfollati dal 2015, quando l’Arabia Saudita e i suoi alleati sono intervenuti nel conflitto per sostenere il governo contro i ribelli Houthi. All’inizio di questo mese, gli Houthi hanno lanciato un missile balistico contro un’altra base militare yemenita, uccidendo 10 soldati.

I ribelli, che controllano i principali centri urbani del Paese, non hanno per ora rivendicato l’attacco.

Il conflitto, che secondo le Nazioni Unite ha causato la peggiore crisi umanitaria del mondo, ha spinto il paese sull’orlo della carestia.

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