venerdì, Aprile 19, 2024

Xianyang: la straordinaria città dell’imperatore

Xianyang è una città della Cina vicina alla più famosa città di Xi’an. Dove vennero trovati i resti del famoso esercito di terracotta dell’Imperatore Qin Shi Huangdi. L’Augusto Imperatore fece di Xianyang la sua capitale. La reinventò sulla base di un disegno politico grandioso paragonabile solo a quello di Luigi XIV. Fu lo storico Sima Qian a dare testimonianza della grandezza di Xianyang.

Xianyang: rivelazione?

Le ricerche archeologiche si sono concentrate su una superficie di 25 chilometri quadrati intorno alla città di Xi’an. Sono soprattutto gli scavi degli anni settanta del secolo scorso che hanno portato alla luce i resti di tre edifici chiamati Palazzi 1-2-3. Facenti parte di uno stesso complesso monumentale.

I resti dell’origine

I resti delle fondazioni si trovano a nord del fiume Wei. Su una piattaforma alta circa 6 metri lunga 60 e profonda ben 45 metri. I palazzi a padiglioni erano dotati di terrazze. Si pensa che originariamente ci fossero due ali simmetriche a cavallo di un torrente, ciascuna ala era costituita da una piramide di terra battuta a tre gradini. Nella parte più centrale erano realizzate le stanze con pavimenti e muri intonacati dipinti di rosso e bianco, furono ritrovati anche frammenti di intonaco decorati con pitture raffiguranti cavalli e cocchi, processioni rituali ed elementi vegetali e antropomorfi.

Xianyang: anche un meraviglioso edificio

Tutti i locali erano collegati da un complesso sistema di corridoi, portali, scale e passaggi coperti. Tutti rigorosamente pavimentati con ciottoli di fiume o mattoni vuoti decorati con fenici o draghi. Al piano terreno si trovava un porticato ad alte colonne tutto acciottolato. L’intero edificio è ben servito da un sistema di drenaggio delle acque tramite pozzetti e sifoni e tubature di ceramica. L’imponenza della costruzione e la composizione dei tetti con tegola di ceramica hanno fatto datare l’edificio all’epoca di Qin Shi Huangdi; successivamente si è notato che gli interventi di ampliamento e riparazione facevano datare il nucleo originario al periodo degli Stati Combattenti. Successivamente integrato in una struttura di epoca imperiale.

La grandiosità della dinastia Qin?

A dimostrazione della grandiosità della dinastia Qin, nella capitale venivano costruite riproduzioni architettoniche dei sei regni conquistati. Tutto dimostrato da gruppi di tegole nello stile dei diversi paesi, simbolo di unità di Stato. Sistema amministrativo, legislativo ed economico introdotto dall’Augusto Imperatore. Lo studioso Sima Qian ci riporta altre notizie interessanti. Pare infatti che nel 212 iniziarono i lavori per la costruzione di un nuovo palazzo situato a sud del Wei nell’area del parco Shanglin e che doveva contenere una nuova sala del trono immensa, come non ne erano mai esistite.

La scelta degli edifici non fu casuale

Anche la scelta della posizione non fu casuale: di fronte ai palazzi di Xianyang. Non lontano da quell’area infatti erano sorte le prime due capitali della dinastia Zhou occidentali: Feng e Hao. Il nuovo palazzo aveva dimensioni imperiali, misurava 675 X 112 metri e avrebbe dovuto contenere circa 10.000 persone e stendardi alti fino a 20 metri dovevano fare bella mostra dalla base dell’alta piattaforma. Il dato sulle persone che doveva contenere la sala potrebbe non essere esatto, in quanto negli antichi testi cinesi spesso il numero “10.000” era sinonimo di “tantissimi”.

L’imponenza in fiamme?

L’imponente costruzione non ebbe mai un nome ufficiale probabilmente perché alla morte dell’imperatore non era ancora ultimata. Sappiamo che venne data alle fiamme alla fine della dinastia Qin e che non restarono che frammenti di elementi architettonici sfigurati dal calore. Dopo che nel 221 a. C. Gli stati feudali furono sconfitti ed unificati, l’imperatore Qin Shi Huang Di non perse tempo e portò tutto il mondo civile sotto un unico potere, iniziando a farlo crescere imponendo la sua civiltà. Durante la costruzione della città, il generale Meng Tian rimase oltre la grande ansa del Huanghe a costruire strade e soprattutto a erigere la Grande Muraglia.

Xianyang: lo scavo del canale di Lingqu

Nel 219 a. C. Iniziò e terminò anche in breve tempo, lo scavo del canale di Lingqu (Trasporto Magico), rimasto in uso fino ai giorni nostri; il canale tagliava per 5 chilometri il fianco di una montagna mettendo in comunicazione un affluente meridionale dello Yagzi con uno settentrionale dello Sijiang permettendo così lo spostamento di merci e vettovaglie da una regione all’altra su un percorso d’acqua lungo quasi 2000 chilometri.

Un’opera immensa

Si comprende quindi che per poter compiere opere di tale portata, l’imperatore si servì del suo efficientissimo esercito ma anche di un altro esercito: quello dotato non di spade ma di vanghe. Nel 219 spostò 30.000 famiglie dalla regione meridionale della penisola dello Shandong, e in cambio di questo spostamento e dei lavori effettuati sulle nuove terre, queste ebbero come compenso dodici anni di esenzione dalla partecipazione ai lavori pubblici.

L’imperatore e la guerra

L’imperatore nel 214 mandò a combattere e quindi a stabilirsi nelle tre nuove prefetture meridionali di Guilin, Xiang e Nanhai i così detti “fuggitivi” a cui non spettava nessun compenso in quanto si trattava di dissidenti o gente che si era nascosta per evitare i lavori coatti, oppure servi per debiti e bottegai. Nel 214 furono spediti un numero non ben precisato di funzionari che non avevano ben svolto il proprio compito, a lavorare ai lavori alla Grande Muraglia.

Quest’ultimo trasferimento forzato potrebbe avere una connessione con l’episodio che messe definitivamente in cattiva luce l’Augusto Imperatore alla storia e soprattutto ai confuciani, dal momento che la storia come la conosciamo è scritta dai confuciani stessi.


La mostra “L’Arma per l’Arte e la Legalità” a Roma


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