giovedì, Marzo 28, 2024

Winsor McCay, il padre del fumetto e dell’animazione moderni

Winsor McCay, pittore, grafico, illustratore e fumettista è conosciuto come il precursore del fumetto moderno oltre che uno dei primi pionieri del cinema d’animazione. Artista eclettico molto attento alle nuove frontiere dell’arte grafica, ai tempi in cui si trovava ad operare McCay sempre più slanciata ed attenta alle esigenze del mercato e delle esigenze commerciali, non per questo in quegli anni molti artisti furono prestati alle aziende per incentivare i consumi attraverso l’elaborazione grafica sulla cartellonistica, volantini e locandine, McCay ha saputo equilibrare le necessità socioeconomiche a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento riuscendo a sintonizzare l’aspetto commerciale con quello ludico artistico.

Winsor McCay

I meriti di McCay non sono da sottovalutare, infatti grazie alle sue abilità l’artista è stato in grado di sapere creare un tipo d’arte, il fumetto e la grafica d’intrattenimento comprese le composizioni animate, largamente fruibile dal pubblico, sia esso costituito da adulti o bambini, senza snaturare per questo l’aspetto prettamente artistico.

Illustrazione satirica, Winsor McCay

Insomma, con il suo intervento l’arte figurativa ha fatto passi da gigante proiettandosi sino ai giorni nostri. Sapendo valutare le potenzialità artiste, educative e d’intrattenimento del fumetto oltre che quelle commerciali, McCay è riuscito, uno tra i primi, a far scendere l’arte dalla torre d’avorio dell’intellettualismo per cederla al grande pubblico permettendo a tutti di poterne vantare lo sfruttamento più o meno impegnato, senza, al tempo stesso, consentire all’arte di essere incatenata dalle esigenze di mercato più tiranniche.

Biografia e Carriera

Purtroppo non si conoscono con esattezza il luogo e la data di nascita di MacCay anche se si ritiene sia nato il 26 settembre 1869 nel villaggio di Spring Lake, nella contea di Ottawa, Michigan, anche se per alcune testimonianze storiche questa data è in contrasto con quanto affermato da alcune fonti sullo stesso McCay.

Michigan State Normal College

Sebbene per alcuni ricercatori fosse nato in Canada, nella regione dell’Ontario, tra l’altro sempre il 26 settembre dell’anno seguente, si è tenuto Spring Lake come il più plausibile luogo di nascita dell’artista come suggerito dallo stesso McCay il quale afferma di essere nato proprio in quella provincia del Michigan. Sorvolando sulle disquisizioni storiche, in giovane età Winsor venne mandato a studiare alla Cleary School of Penmanship della città di Ypsilanti con lo scopo di farlo entrare nel giro della speculazione affaristica. Gli interessi di McCay però erano altri, infatti, quando fece la conoscenza di John Goodison del Michigan State Normal College che lo iniziò all’arte e lo introdusse nel mondo del disegno e della pittura insegnandogli i fondamenti della prospettiva, degli stili e della pratica grafica, McCay non ebbe più dubbi sulla sua vocazione.

Illustrazione natalizia, Winsor McCay

Assorbendo esperienze dal mondo degli affari che conosceva bene e da quello dell’arte grafica incarnata dal maestro Goodison, pittore di vetrate che, al tempo della conoscenza con il McCay, stava sperimentando un suo personale metodo d’insegnamento del disegno per ragazzi basato sullo studio intensivo della rappresentazione delle forme geometriche base in tre dimensioni, McCay maturò uno stile ben consapevole in cui caratteri infantili e seri convivevano alla stessa stregua di elementi commerciali e di maniera. Deciso a intraprendere la carriera artistica, il giovane McCay si trasferì a Chicago con l’intenzione di studiare alla School of Art Institute della città, sennonché per mancanza di soldi si vide costretto a cercare lavoro.

Illustrazione fantastica, Winsor McCay

Fu in questo periodo che McCay poté, benché sotto commissione, dedicarsi a tempio pieno alla pratica artistica dando così sfoggio alla propria personale concezione di arte. Seppure ancora limitato ed immaturo per cause intrinseche o estrinseche da lui, fu in questi anni che lo stile e le idee dell’artista ebbero finalmente la meritata visibilità. Producendo xilografie per teatri, pubblicità e manifesti circensi per una società di Chicago fu comunque in grado, per quanto trattenuto, di mantenere una certa libertà artistica e farsi notare attraverso le proprie realizzazioni.

Esempio di Chalk Talk

Trasferitosi a Cincinnati dove trovò l’amore e si sposò, McCay continuò a lavorare come compositore di manifesti oltre a esibirsi nei chalk talk, spettacoli vaudeville molto in voga tra Ottocento e Novecento in cui un monologo veniva accompagnato da disegni in gesso, solitamente umoristici o caricaturali, rappresentati su una lavagna. Fu così che si avvicinò alla compagnia Kohl and Middleton’s Vine Street Dime Museum. Anche queste esperienze insolite e quasi surreali influenzarono fortemente lo stile e il senso artistico dell’uomo, il quale cominciò a produrre strisce di fumetti per alcune testate giornalistiche di Cincinnati, Chicago e New York. Iniziò a questo punto la sua ascesa come illustratore e fumettista, impresa che lo accompagnò fino alla morte, avvenuta il 26 luglio 1934 a Brooklyn.

I lavori fumettistici

La prima importante serie a fumetti di McCay fu Tales of the Jungle Imps by Felix Fiddle, opera pubblicata in 43 puntate, da gennaio a novembre 1903 sul The Cincinnati Enquirer basata sulle poesie del giornalista George Randolph Chester, in cui viene raccontato, anche con intento educativo, l’adattamento degli animali della giungla in una realtà a loro ostile. Ma sono le strisce Little Nemo in Slumberland e Dream of the Rarebit Fiend, produzioni entrambe ambientate nei sogni dei loro personaggi e caratterizzate da un tocco di arte fantasy che tentava di richiamare l’atmosfera e le sensazioni della dimensione onirica, a portare in auge McCay, da allora reso famoso al grande pubblico.

Little Nemo in Slumberland, Willaim McCay

Nonostante l’evidente umorismo delle strisce, soprattutto per quanto riguarda Dream of the Rarebit Fiend, l’intenzione dell’artista è trasmettere un messaggio morale. Attraverso il mondo onirico ricco di peripezie, sia esso sogno, come in Little Nemo, o incubo, come succede nel suo contrapposto Dream of the Rarebit Fiend, che mediante la rappresentazione grafica viene in qualche maniera catartizzato, McCay vuole trasmettere il messaggio delle innumerevoli potenzialità dell’arte grafica, oltre a cercare di comunicare ai lettori quanto di surreale ci sia nella vita, retaggio degli studi su psicologia e psicanalisi che proprio in quegli anni stavano esplodendo all’interno della comunità scientifica, letteraria e artistica. L’attenzioni ai dettagli e l’evidente padronanza del segno ottiene sensazionali effetti senza pari sul senso di movimento, una dinamicità resa comica dall’esagerazione delle azioni raffigurate senza per questo essere pesante, ma anzi, tutto al contrario, realistica e credibile.

Little Nemo in Slumberland, Willaim McCay

Con questo espediente nelle vignette avviene uno scollamento tra la realtà aspettata e provata e quella del sogno e tra l’idealizzazione del sogno e l’identificazione realistica con i personaggi, effetto che ha lo scopo di immergere il lettore spettatore nel racconto e allo stesso tempo tentarlo tenendolo incatenato ad esso attraverso questo gioco di specchi di aspettative infrante e realizzate con la conseguenza di un tiro alla fune in cui né disegnatore né lettore hanno la meglio, così tutto si distorce sia nel pericolo che nel sublime.

Little Nemo in Slumberland, Willaim McCay

Dai fumetti di McCay si ricavano anche altre informazioni, la sua predilezione per effetti strani e magici, prospettive eleganti ma a volte eccessive finanche inquietanti e la passione per il tratto liberty e art nouveau, anch’essa corrente di moda in quei tempi, hanno fatto sì che, intrecciandosi gli uni con gli altri, dessero vita a un disegno equilibrato ma straniante, per certi versi vicino alle tradizioni fumettistiche francesi di epoca più tarda, per altri aspetti in correlazione alle espressioni stilistiche dell’arte moderna di un Escher, dei giochi di Salvador Dalì o della Pop Art che da un Roy Lichtenstein raggiunge, seppur in misura meno accentata, l’universo supereroistico della cultura contemporanea. Il pubblico è stato affascinato dai meravigliosi elementi visivi ed effetti stranianti.

Dream of the Rarebit Fiend, Winsor McCay

Contrariamente alla maggior parte degli altri fumetti dell’epoca, non si trattava di gag slapstick disegnati in modo rozzo, ma di racconti epici e ipnotizzanti su scala grandiosa e sensibilmente illogica, i cui effetti avevano lo scopo di portare i lettori nelle profondità oniriche per poi riaccompagnarli nella superficie del conscio rendendoli così partecipi e consapevoli dei movimenti dell’anima umana, mai statica ma sempre in continuo peregrinare. Si può affermare che quelli di McCay siano i primi lavori fumettistici organici a a struttura narrativa ella storia in cui lo sketch non è fine a se stesso ma diviene parte integrante del racconto. Attento agli aspetti fantastici, McCay non ha mai smesso di opporre critica sociale o culturale favorendo la satira e in parte anche il simbolismo.

L’impegno nell’animazione

Non accontentandosi dell’arte statica, McCay si adoperò alla realizzazioni di importanti filmati di animazione, all’epoca considerata arte d’avanguardia e veramente precorritrice dei tempi. Imprese di questo genere erano davvero impegnative, infatti ogni singolo fotogramma doveva essere realizzato a mano.

Locandina di Gertie the Dinosaur

Ma McCay non si tirò indietro, infatti creò alcune sperimentazioni animate su Little Nemo e, più tardi, grazie al supporto di un gruppo di collaboratori, mise a punto e terminò il cortometraggio a tecnica mista Gertie the Dinosaur, in cui, portando il corto a teatro, univa all’animazione il vaudeville, lui stesso interagendo in tempo reale con la proiezione. Gertie è stato il primo personaggio in primo piano creato appositamente per il nuovo mezzo. Il film era composto da oltre 10.000 disegni, per ciascuno, McCay tracciò di nuovo sfondi e oggetti inanimati, poiché nessun altro metodo era stato ancora sviluppato per mantenere tali oggetti fermi da una cornice all’altra.

William Randolph Hearst

Questo storico cortometraggio è stato fonte di ispirazione per tutta una generazione di animatori, in grazia della inedita, per l’epoca, caratterizzazione dei personaggi e per lo studio sul movimento animato. Oltre a lavorare a How a Mosquito Operates, The Centaurs, Flip’s Circus, le capacità di McCay spiccarono in un’altra opera d’animazione, The Sinking of Lusitania, racconto realistico e allo stesso tempo ricco di suggestioni di un episodio che ha contribuito all’ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale. Nell’ultima parte della sua vita continuò il lavoro illustrativo e fumettistico con il gruppo editoriale Hearst, il cui fondatore, William Randolph Hearst fu in stretti rapporti con McCay. L’eredità di McCay è evidente nei film di Walt Disney e nelle creazioni di cartoni animati della Warner BrothersHanna-Barbera, animazioni in stop-motion, cartoni animati di giornali, ed è forse ancora più visibile nell’opera altamente stilizzata dell’artista Chris Ware.

Cortometraggio, Gertie the Dinosaur

Alessandro Pallara
Alessandro Pallara
Nasce a Ferrara nel marzo del 1996. Ha studiato sceneggiatura presso la Scuola Internazionale di Comics di Padova. Tuttora collabora come volontario supervisore del patrimonio artistico culturale con l'associazione Touring Club Italiano nella città di Bologna.

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