giovedì, Aprile 18, 2024

Voci in Libano evocano la pace con Israele

Dopo le parole della figlia del Presidente libanese, Claudine Aoun, che ha affermato che potrebbe essere raggiunta la pace tra Libano e Israele, il premier israeliano Benny Gantz afferma: “Voci in Libano evocano la pace con Israele”.

Libano e Israele verso la pace?

Negli ultimi tempi Israele sta avviando processi di pace con molti Paesi arabi del Golfo, tra cui Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan.

Il 14 ottobre Libano e Israele hanno avviato un primo ciclo di colloqui per rimuovere gli ostacoli alla prospezione di idrocarburi in una parte contesa del loro confine nel Mediterraneo.

La figlia del Presidente libanese, Claudine Aoun, dopo il primo round di colloqui ha affermato che la pace con Israele potrebbe avvenire. Tuttavia ha sottolineato che prima bisogna risolvere tutti i problemi tra i due Paesi.

Aoun ha evidenziato i problemi irrisolti sulla demarcazione dei confini, la questione dei profughi palestinesi e delle risorse naturali, acqua, petrolio e gas.

Gantz: “Voci in Libano evocano la pace con Israele”

Il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha risposto con entusiasmo alle parole di Aoun. Ha infatti detto: “Sento voci positive provenienti dal Libano, che parlano addirittura di pace con Israele e che lavoreranno con noi su questioni come i confini marittimi”.    

Gantz ha parlato anche di Hezbollah e ha detto: “Se Hezbollah agirà contro Israele, il Libano ne pagherà il prezzo. Siamo pronti per questo momento che spero non arriverà mai”.

Tuttavia i funzionari libanesi hanno affermato che i colloqui tra Israele e Libano riguardano solo i confini e non la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi.

Oggi secondo round di negoziati tra Israele e Libano

Oggi, ci sarà il secondo round di colloqui tra Libano e Israele.

Laury Haytayan, esperto delle risorse di idrocarburi in Medio Oriente, ha dichiarato: “La sessione odierna è la prima sessione tecnica. Dovrebbero iniziare discussioni dettagliate sulla demarcazione. Il Libano intende rivendicare il massimo che può ottenere, e prevede addirittura di andare oltre gli 860 chilometri quadrati in questione. Ciò includerebbe il giacimento di gas naturale Karish, attualmente gestito da Israele. Dobbiamo aspettare la reazione degli israeliani”.

La delegazione libanese, arrivata a bordo di un elicottero verso le nove a Naqoura, è composta dal generale Bassam Yassine, capo di stato maggiore delle operazioni; dal colonnello Mazen Basbous, che ha ricoperto la carica di vice comandante delle forze navali; da due civili, Wissam Chbat, presidente uscente del consiglio di amministrazione dell’Autorità per l’energia e Nagib Massihi, esperto di diritto internazionale e specialista in file di confine marittimo.

La delegazione israeliana è invece presieduta dal direttore generale del ministero dell’Energia, Udi Adiri.

Al colloquio sono presenti anche il diplomatico statunitense John Deschent e un rappresentante del coordinatore speciale in Libano, Jan Kubis. Nel primo turno, il mediatore e facilitatore americano era rappresentato dal vice segretario di Stato per il Medio Oriente David Schenker. Mentre l’ONU era rappresentata Kubis.


Leggi anche: Trump annuncia apertura delle relazioni tra Sudan e Israele

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