Cambi ai vertici delle istituzioni del mondo della cultura internazionale per la crisi russa-ucraina. Il miliardario Vladimir Potanin, amministratore del Guggenheim Museum di New York City, si è dimesso dalla carica. Anche Petr Aven ha lasciato l’impegno di fiduciario della Royal Academy di Londra.
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Perché i magnati del mondo della cultura come Vladimir Potanin lasciano le istituzioni?
Alcune personalità che hanno finanziato numerose attività in campo artistico sono collegati al capo di Stato russo Vladimir Putin. L’inizio delle ostilità in Ucraina ha modificato alcuni assetti politici e istituzionali e i principali oligarchi hanno deciso di lasciare gli incarichi di prestigio. Forse il leader del Governo di Mosca ha bisogno di discutere con uomini di fiducia della situazione provocata dalle operazioni militari a Kyiv.
Potatin e l’amministrazione Eltsin
Il componente del Consiglio di amministrazione del Guggenhein Museum newyorkese ha dato le dimissioni dopo un incontro al Cremlino. Potanin era Primo vice Ministro russo col Presidente Boris Eltsin e è uno dei miliardari che Putin ha contattato per discutere dell’andamento del paese. Il magnate della cultura era tra i fautori dello schema “prestiti per azioni”, un modo aumentare la liquidità a disposizione del Governo. Il sistema consisteva nello scambio della proprietà di società statali con prestiti bancari.
I miliardari russi come Vladimir Potanin e la valorizzazione del patrimonio artistico
Potanin in qualità di componente del CdA del Guggenheim ha spesso finanziato numerose iniziative. La sua Fondazione ha infatti promosso un’indagine sull’arte russa nel 2005 e una borsa di studio per la conservazione nel 2019. Ha anche sponsorizzato una mostra di Wassily Kandinsky.
Gli altri mecenati che hanno lasciato gli incarichi
L’1 marzo il magnate bancario russo Petr Aven si è dimesso da fiduciario della Royal Academy di Londra. L’istituzione ha restituito la donazione che il miliardario ha elargito per una prossima mostra di Francis Bacon. Tate Foundation ha preso una posizione decisa dalla guerra e chiesto a Viktor Vekselberg di non sostenere più la realtà culturale. Il benefattore di origine ucraina è socio di Putin e ha concesso finanziamenti al Lincoln Center e alla Carnegie Hall di New York.