Virginia Woolf (Adeline Virginia Stephen) tutti sanno chi sia e cosa abbia fatto nella sua vita, lei è una delle più importanti figure della letteratura inglese, oggi sono 136 anni dalla nascita.
“Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.”
Compie gli anni oggi Virginia Woolf, icona femminista degli anni 20
Nata nel 1882 da genitori di ‘seconde nozze’ (entrambe vedovi), il padre famoso critico letterario introdusse Virginia (così come i suoi fratelli) allo studio della letteratura.
In seguito lei e suo fratello Thoby crearono un giornalino casalingo, dove raccontavano i chiave comica tutto ciò che accadeva in famiglia.
Nell’epoca in cui la Woolf visse alle donne non era permesso frequentare le scuole pubbliche ed ‘acculturarsi’ ma il padre, uomo intelligente e di buon senso, le fece usare tutti i libri che possedeva e così la madre che, volontariamente o no, le insegnò il francese ed il latino.
Purtroppo Virginia Woolf ebbe un tracollo emotivo con la morte della madre e di una delle sorelle, e da li il punto di non ritorno; e quando anche il padre morì cadde in depressione profonda.
Le continue ricadute nella depressione arrivarono a minare la sua vena artistica e la sua capacità di scrivere correttamente.
“Guardare la vita in faccia sempre, guardare la vita in faccia e conoscerla per quel che è. Al fine conoscerla, amarla per quel che è, e poi metterla da parte.”
Momenti di essere e altri racconti è un racconto autobiografico che riporta come lei e sua sorella Vanessa vennero abusate dai loro fratellastri (uno di loro divenne un editore).
Questo fu un altro avvenimento che minò ancor di più il suo già precario equilibrio mentale che porterà la scrittrice ad avere un umore instabile e per questo tentò di suicidarsi molte volte.
“La vita non è una serie di lampioncini disposti simmetricamente; la vita è un alone luminoso, un involucro semitrasparente che ci racchiude dall’alba della coscienza fino alla fine.”
Virginia Woolf trovò l’amore.
Sposò nel 1912 Leonard Woolf, un teorico politico, con il quale mise su un’impresa editoriale così nel 1917 nacque la Hogarth Press che pubblicò nomi di rilievo in campo letterario come: Italo Svevo, Sigmund Freud, Thomas Stearns Eliot, James Joyce e la stessa Virginia Woolf.
Quello con il marito fu un amore forte, un legame indissolubile che ella stessa, poco prima di morire, gli confessò in una struggente lettera d’addio.
La Woolf periodicamente ricadeva nelle sue crisi depressive che aumentavano e peggioravano.
Col senno di poi, alcuni studiosi, decisero di analizzare la personalità di Virginia Woolf ed è venuto fuori che ella soffrisse del disturbo bipolare e con l’andare dell’età s’aggiunse un disturbo psicotico.
Nell’estate del 1940 pubblico il suo ultimo libro Tra un Atto e L’Altro, e pochi mesi dopo decise di suicidarsi.
Ormai la scrittrice era sopraffatta da questo male che non riusciva a comprendere e a tenere a bada, così scrisse una struggente lettera al marito:
“Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.”
Dopo di che si diresse verso il fiume Ouse, prese dei sassi, se li infilò in tasca e pian piano camminò verso il centro del fiume fino a che non sprofondò.
Così morì, il 21 marzo del 1941.
Virginia Woolf fu cremata e le sue ceneri vennero sparse nella Monk’s House, in giardino, fra due alberi.
L’immensità della sua letteratura rimarrà viva per molto altro tempo ancora.
Anche Google le ha reso omaggio con un doodle.