martedì, Aprile 16, 2024

Virginia Raggi: gli audio choc e la difesa della sindaca

“Devi cambiare il bilancio anche se ti dicono che la luna è piatta”: gli audio choc
tra la Raggi e l’ex ad di Ama pubblicati dall’Espresso. La sindaca si difende a Piazzapulita

Virginia Raggi finisce nel mirino dei leghisti dopo la pubblicazione, da parte del settimanale L’Espresso, degli audio choc tra la sindaca di Roma e Lorenzo Bagnacane, ex ad di Ama.

La giornata era incominciata con le polemiche nei confronti del sottosegretario leghista Siri, uno dei principali ideatori della Flat Tax, indagato per corruzione dalla Procura di Roma. Il Movimento 5 Stelle ne ha da subito chiesto le dimissioni, fino al ritiro delle deleghe da parte del Ministro Toninelli, avvenuto a metà mattinata.

Nel corso della giornata, tuttavia, L’Espresso ha pubblicato in anteprima un audio che riguarda una conversazione tra la sindaca e l’ex ad di Ama in merito al bilancio della società che si occupa dei rifiuti della capitale.

copertina Espresso 21 aprile su Virginia Raggi
La copertina dell’Espresso in uscita il 21 aprile

All’interno dell’audio si sente chiaramente la sindaca Virginia Raggi chiedere a Bagnacane di cambiare il bilancio Ama in maniera che risulti in rosso.

Bagnacane ha, infatti, presentato un esposto alla Procura di Roma, con tanto di audio e conversazioni private della sindaca su Whatsapp e Telegram. L’accusa nei confronti della sindaca è quella di aver esercitato delle “pressioni” su di lui e sull’intero cda dell’azienda, “finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo”.

Contenuto dell’audio

La Raggi nell’audio fa pressione sull’ex ad perché modifichi il bilancio “come chiede il socio. Se il socio ti chiede di fare una modifica la devi fare. Lo devi cambiare, punto. Anche se ti dicono che la luna è piatta”.

E ancora: “I romani oggi si affacciano e vedono la m***. In alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene. In altre zone…cioè non c’è modo, non c’è modo. Allora, quando ai Romani gli dico sì la città è sporca però vi aumento la Tari, ma io scateno, cioè mettono la città a ferro e fuoco altro che gilet gialli”.

La difesa a Piazzapulita

Virginia Raggi si è poi difesa nel corso della trasmissione Piazzapulita, a cui ha partecipato come ospite. Durante l’intervista condotta da Corrado Formigli, la sindaca ha dichiarato:

“Io non ho fatto nessuna pressione, mi sono limitata a riportare una cosa che è stata detta da altri. Ovvero che il bilancio così non era approvabile. Non possiamo approvare un bilancio che non è veritiero e corretto”.

“Quell’audio arriva dopo mesi di balletto tra Ama e Comune di Roma”.

“Non temo le indagini della magistratura”: dichiara la sindaca Raggi, che era già stata assolta a novembre per la vicenda Marra.

“Matteo Salvini forse vuole coprire quello che è successo oggi riguardo al sottosegretario Siri. Se mi dessero la felpa del Ministro dell’Interno andrei a sgombrare Casapound”.

Così risponde alle domande in merito alle dichiarazioni di Salvini sul caso dell’audio. A Porta a Porta, infatti, il segretario del Carroccio ha detto:

Virginia Raggi non è più adeguata a fare il sindaco di Roma, non per eventuali illegalità. Però se il sindaco della città più importante d’Italia dice ‘i Romani vedono la m***’ e ‘la città è fuori controllo’, è un giudizio politico il mio, non sei in grado di fare il sindaco”.

Scontro aperto tra M5S e Lega

Si apre quindi un durissimo scontro tra le due forze di Governo, che si va ad aggiungere alle frizioni circa le misure che potrebbero rendere necessario un aumento dell’IVA. La Lega ha approfittato dello scoop dell’Espresso per attaccare la sindaca e chiederne le dimissioni, evitando così che l’attenzione si concentrasse sull’inchiesta relativa al sottosegretario Siri. I 5S dal canto loro hanno immediatamente attaccato l’esponente leghista, chiedendone con Alessandro Di Battista le dimissioni immediate. Nello scontro non è in gioco solo la partita interna al Governo, ma anche il sempre più vicino appuntamento elettorale delle elezioni europee, che vedrà gli alleati in Italia su schieramenti contrapposti.

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