giovedì, Aprile 25, 2024

Violenza domestica: i numeri sono triplicati nell’ultimo periodo

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) 1 donna su 3 ha sperimentato almeno una volta violenza fisica e/o sessuale da parte del proprio partner. Durante l’emergenza Covid-19 sembra che la violenza sulle donne sia triplicata rispetto all’anno scorso. I provvedimenti contro la diffusione del virus, che limitano gli spostamenti al minimo, hanno avuto forti ricadute sulle situazioni di violenza domestica, dove la possibilità di uscire di casa per andare al lavoro, per esempio, era spesso un’occasione per sfuggire alla violenza, almeno temporaneamente. In Cina, infatti, possiamo già vederne gli effetti. A febbraio, nella provincia di Hubei, il numero di casi di violenza domestica è raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Alcuni provvedimenti in merito sono già stati presi. In Spagna, per esempio, il ministero della Giustizia ha incluso i tribunali che si occupano di violenza di genere tra quelli che continueranno a essere operativi, per «garantire l’emanazione di ordini di protezione e di eventuali misure precauzionali in materia di violenza contro donne e minori».

La situazione in Italia

Uno dei problemi che si è venuto a creare con l’emergenza sanitaria è che molte strutture di accoglienza per donne vittime di violenza sono state costrette a chiudere. Inoltre, anche le denunce sono iniziate a diminuire. «Ci basiamo solamente sull’esperienza perché è ancora presto per avere dei dati certi, ma possiamo dire che le convivenze forzate con i compagni, mariti e con i figli, in questo periodo, scoraggiano le donne dal telefonare o recarsi personalmente dalle forze dell’ordine» così afferma la magistrata della procura di Milano Maria Letizia Mannella. Infatti, in un paese come l’Italia, dove l’81,2 per cento dei femminicidi, nel 2019, è avvenuto all’interno della famiglia, la convivenza forzata presenta molte ripercussioni.

I progetti

Molti movimenti si sono attivati in merito per permettere alle vittime di violenza di denunciare le violenze attraverso diversi canali. Non Una di Meno, per esempio, ha rilanciato il numero antiviolenza e stalking 1522, con lo slogan “Non sei sola”. Inoltre, è stata offerta la possibilità di chattare con un’operatrice tramite il sito, dato che fare una telefonata potrebbe essere difficile se si convive h24 con il proprio aggressore.

Un’altra iniziativa è stata quella portata avanti dalla piattaforma “Obiezione Respinta”, la quale, invece, si è occupata delle difficoltà che ci sono per accedere all’ interruzione di gravidanza, in particolare in questo momento in cui gli ospedali hanno dovuto ridurre gli accessi per necessità. Monitorando lo stato del servizio, la piattaforma ha creato un canale Telegram dove poter chiedere tutte le informazioni necessarie.

Infine, l’organizzazione ActionAid ha lanciato un fondo per permettere ai centri antiviolenza di sostenere le spese impreviste e per continuare a supportare le donne assistite nell’attuale fase di emergenza e nel periodo post-emergenza.

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