martedì, Aprile 16, 2024

Villa Manin: servizi fotografici di Pier Paolo Pasolini

Dal 24 settembre all’8 gennaio 2023 Villa Manin di Passariano di Codroipo, Cinemazero e il Centro Studi di Casarsa della Delizia presentano la mostra Pier Paolo Pasolini. Sotto gli occhi del mondo. Un’esposizione a cura di Silvia Martín Gutiérrez, promossa da ERPAC in occasione del centenario dalla nascita dell’artista, poeta, scrittore, intellettuale e regista italiano.


Per 100 anni di Pasolini una mostra sulla filmografia


Cosa puoi ammirare alla mostra allestita a Villa Manin?

Con oltre 170 ritratti inediti, rari, non visti di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 – Roma, 1975), l’esposizione riporta alla luce interi servizi fotografici. Sono immagini fino a oggi misconosciuti, puntando soprattutto sui grandi professionisti stranieri. Alcuni sono di eccezionale fama, Richard Avedon, Herbert List, Henri Cartier-Bresson, Jerry Bauer, Jonas MekasLütfi Özkök, Erika Rabau. Ci sono anche: Duane Michals, Philippe Koudjina, Marli Shamir e tanti altri. Propongono anche luoghi, momenti e incontri che hanno contraddistinto la vita di Pasolini, restituendone l’immagine di uomo e artista nel mondo, fissata per sempre in decine e decine di pose diverse.

Il progetto espositivo

La mostra nasce con l’importante contributo di Cinemazero e scaturisce da un progetto di ricerca condotto per molti anni negli archivi di tutto il mondo dalla curatrice. L’idea è sviluppata per l’occasione insieme a Marco Bazzocchi e Riccardo Costantini con un comitato scientifico d’eccezione. Proprio grazie all’attività di studio, il pubblico potrà vedere per la prima volta alcuni servizi fotografici del tutto inediti. C’è l’incontro di Pasolini con Man Ray, per proporgli di disegnare il manifesto di Salò oppure il cineasta a Stoccolma, pochi giorni prima di essere ucciso, per farsi conoscere nell’ambiente del Premio Nobel.

I servizi da vedere a Villa Manin

Indimenticabili sono gli scatti di Pasolini nei Sud del mondo, con Alberto Moravia, Dacia Maraini, Maria Callas. Oppure le immagini di quando va a cercare l’alterità, l’anomalia, che poi ricostruisce sui set dei suoi film. Nei festival cinematografici e altre occasioni, dove, come non è mai ricordato, incontra e si confronta con intellettuali e cineasti della sua stessa caratura. Quindi nelle stampe è immortalato con Orson Welles, Agnès Varda, Jonas Mekas, Jean-Luc Godard. Pier Paolo è probabilmente l’artista più fotografato del Novecento. Dai primi anni Cinquanta, quando arriva a Roma, fino ai giorni che precedono la sua morte, è colto in centinaia di situazioni, sia pubbliche che private. Come se l’obiettivo lo avesse inseguito in ogni momento della sua vita. La curiosità intorno al Pasolini uomo e artista ha scatenato le fotocamere di tutto il mondo. Ogni servizio implica un aspetto del luogo e del momento in cui si trova.

Pier Paolo Pasolini in fotografia

Lo scrittore ha messo al centro della sua opera i luoghi dove non dominano le regole del mondo borghese occidentale. Quindi il Friuli, le periferie di Roma e del Sud, i continenti inesplorati, le città moderne, da Parigi a New York. I fotografi lo hanno ritratto proprio in questi luoghi, “dove la gioia è gioia e il dolore dolore”, come scrive ne Le ceneri di Gramsci (1957). Così è nata una lotta segreta tra il cineasta e la macchina fotografica. Quando si trova in spazi domestici, è l’intellettuale che sta alla scrivania o il figlio adulto che non si vergogna a presentarsi affiancato alla madre. Altrove concentra su di sé gli obiettivi riempiendo ogni scatto con la sua fisicità. Un letterato che si mostra con eleganti vestiti borghesi, ma anche in canottiera e costume da bagno. Un volto che sembra sorridere ma anche guardare ferocemente verso il mondo, a sfidarlo.

A Villa Manin ritratti di un Pasolini sempre diverso

L’esposizione propone fotografie e materiali multimediali che con gli scatti non possono costruire un insieme logico, coerente. Lo scrittore mette in crisi l’idea della fotografia come immagine ricordo, come attimo di tempo fissato una volta per sempre. Il senza fine non vale per il poeta. La mostra di Villa Manin con le sezioni complementari del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia presenta nuclei diversi costituiti da servizi fotografici che solo in apparenza seguono uno sviluppo. In realtà ci mostrano come ogni definizione cronologica di “quel” momento o di “quel” periodo risulti impossibile.

Pasolini e la società

Nuclei che espongono “mondi “micro”, una casa, un viaggio, un festival, un’occasione mondana che diventano “macro”. Testimoniano il suo sempre personalissimo e originale modo di vedere che attraversa la storia e la società in cui vive. Sono situazioni dense, piene, vive, a cui lo spettatore è chiamato a partecipare, dialogando, se possibile, con lo sguardo dello scrittore. Pasolini è sempre “diverso”: differente da come ci aspetteremmo di vederlo, “altro” da come anche grandi autori, Avedon o Cartier-Bresson pensavano di fissarlo con l’obiettivo. Dunque Pasolini si è sottoposto, esposto all’obbiettivo, ma anche nascosto dalla fotografia.

A Villa Manin un percorso allestito anche con documenti

Il percorso espositivo di Villa Manin presenta, presento oltre alle fotografie, altri documenti, giornali, dichiarazioni, interviste, video. Contestualizza così le occasioni in cui sono nati i servizi fotografici. Poi fa sentire, con inedite sequenze audio, la voce di Pasolini come ulteriore strumento per rendere presente un autore che è sempre “in fuga”. Scappa da se stesso, dal mondo, da parole e immagini dei suoi scritti e dei suoi film.

Le case di Pier Paolo Pasolini

Al Centro Studi Pier Paolo Pasolini sarà presentato il percorso sulle case romane di Pasolini. Dall’aprile 1954 al giugno 1959 il poeta abitò con la madre nella dimora di Via Fonteiana 86, nel quartiere di Monteverde. Si trasferì successivamente nell’appartamento di Via Giacinto Carini 45, da cui nel 1963 si mosse per stabilirsi infine nell’abitazione di Via Eufrate, 9 nel quartiere EUR. I cambiamenti sono testimoniati dagli scatti presentati a Casarsa.

Le abitazioni e la personalità del poeta

I fotografi che documentano le residenze di Via Fonteiana e Via Carlini, Marisa Rastellini, Elio Sorci e Pietro Pascuttini entrano dello studio del poeta. Lo osservano alla macchina da scrivere, circondato da lettere, documenti, copioni cinematografici. Poi l’alloggio di Via Eufrate arredata con mobili Ottocento su cui si notano soprammobili esotici ricordo di viaggi in Africa o in India. Ci sono anche divani di velluto, tappeti, fa da sfondo a un servizio di Jerry Bauer, fra i più interessanti per conoscere l’intimità del poeta, immortalato con la madre e gli amici più stretti. La mostra Pier Paolo Pasolini. Sotto gli occhi del mondo porta nel luogo dove si è formato poeta, il Friuli e dove è avvenuta la sua inarrestabile evoluzione. Il regista ci guarda ancora e ci sfida dalle pareti di queste sale, sempre “in fuga dalla fotografia”.

Immagini da cartella stampa.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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