I videogiochi sono una delle forme di intrattenimento più comuni dell’era digitale. La loro capillare diffusione su ogni dispositivo dal cellulare al tablet, li rende a tutti gli effetti un medium capace di veicolare contenuti. Spesso sono parte integrante del nostro quotidiano. Una industria enorme, capace di superare il valore di quella musicale e cinematografica messa insieme.
I videogame sono a tutti gli effetti una forma di evasione dalla realtà. Per assurdo, la maggiorparte di essi riproducono dinamiche stressanti come quelle reali. Competizione, sfida, nette distinzioni fra vincitori e vinti. Sempre muovendosi tra adrenalina e dopamina, tra eccitazione e ricompensa.
Eppure negli ultimi anni, sono stati realizzati alcune videogiochi che non hanno obiettivo. I quali si limitano a coinvolgere il giocatore in una esperienza, senza nessuna pretesa nei suoi confronti . In questa tipologia di giochi si esplorano mondi fantastici, si costruisce o si gestisce. Tutto senza competere, lentamente, lasciandoci trascinare dall’esperienza virtuale.
Videogiochi per meditare…
Per alcuni sono delle vere e proprie forme di meditazione, ma alcuni giochi come Everything o Mountain, stimolano riflessioni realmente profonde e donano serenità. Entrambi questi videogame prendono nettamente le distanze dagli altri, in un modo senza precedenti.
Everything, essere qualsiasi cosa…
Questo gioco permette di diventare qualsiasi cosa. Sostanzialmente di animare qualsiasi oggetto, di esplorare mondi, ma soprattutto giocare con prospettive diverse. E’ possibile esplorare il livello cellulare e atomico della materia e vagare per l’universo. Così avventurandosi tra centinaia di prospettive, interagendo con il mondo, accompagnati dalla riflessioni del pensatore Alan Watts. Un viaggio infinito, filosofico, fine a se stesso in senso videoludico, ma emozionante sul lato esistenziale.
Mountain, un omaggio alla filosofia orientale…
Questo videogioco simula una montagna. Il passare del tempo, la vegetazione che cresce sulle sue pendici, diverse condizioni climatiche. Possiamo cambiare prospettiva, muoverci intorno alla montagna osservarla e coglierla come parte di un qualcosa più grande. Non si può fare altro, si gioca con le prospettive e si osserva il cambiamento, proprio come nelle pratiche religiose orientali. Tra Buddhismo e Taoismo, Mountain rappresenta una vera e propria ribellione nei confronti delle esperienze videoludiche più comuni.
Altri videogiochi per rilassarsi…
Sempre più donne fruiscono di questo medium e lavorano nel mondo dell’industria videoludica. Questo ha portato nel mondo dei videogiochi un rinnovato interesse per giochi che non si limitano a dinamiche puramente maschili e quindi competitive. Da giochi semplicemente estetici, a giochi cooperativi dove bisogna condividere e costruire. Il mondo dei videogame ha creato nuovi generi il cui obiettivo, non è l’adrenalina.
Ecco cinque tra i più rilassanti videogame:
- ABZU – Un videogioco dove esplorare le profondità marine e le creature che popolano gli oceani. Artistico e colorato è una esperienza anche dal punto di vista sonoro.
- Stardew Valley – Nell’omonima cittadina sarete chiamati a gestire una fattoria, interagire con gli abitanti e scoprire nuove aree. Tutto al vostro passo, senza timers o scadenze.
- Journey – Uno dei videogiochi artisticamente più intriganti mai creati. Esplorerete i deserti nei panni di un nomade, senza passato, capace solo di volare e cantare.
- Animal Crossing – In questo gioco non vi viene richiesto di fare nulla. Potete fare amicizia, potete pescare, correre, avete un sacco di possibilità di interagire, senza nessun vero obbligo.
- Flower – Una vera e propria esperienza zen. In cui voi sarete il vento. Il vostro compito sarà quello di portare petali di fiori nel mondo circostante, al fine di renderlo ancora più bello.
I videogiochi stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nelle nostre vite. In questo modo, dall’essere considerati terapeutici a diventare uno strumento di puro sarcasmo, i videogame si stanno così progressivamente liberando dei tanti pregiudizi e della tanta disinformazione che li ha circondati nell’ultimo decennio.