Dopo più di un anno di dibattiti, proposte, scontri e polemiche, alla fine è arrivato l’annuncio ufficiale. Il ticket d’ingresso a Venezia verrà introdotto a partire dal mese di luglio del prossimo anno. Il nuovo regolamento è stato illustrato dall’assessore al Bilancio Michele Zuin durante la seduta del consiglio comunale del 24 ottobre. Innanzitutto è stato chiarito che il via libera al contributo d’accesso al centro storico è slittato al 2020 perché nel frattempo è stata organizzata un’ampia rete di vendita e pagamento in grado di consentire l’acquisto del tagliando sia online che tramite i dispositivi di distribuzione automatica.
Zuin ha spiegato che è stata introdotta un’importante modifica al documento, relativa alla riscossione del denaro. Inizialmente, infatti, era stato stabilito che se ne occupassero i singoli venditori. Tuttavia, quando ci si è resi conto che ciò avrebbe comportato ingenti spese e problemi organizzativi, si è preferito affidarne l’intera gestione al Comune, ad eccezione delle crociere. Queste difficoltà hanno costretto l’amministrazione a procrastinare di altri nove mesi l’introduzione a tutti gli effetti del ticket d’ingresso nel capoluogo veneto.

Per quanto riguarda le tariffe, nel primo periodo d’introduzione dei contributi d’accesso verranno applicati dei prezzi scontati. Dunque dal 1° luglio al 31 dicembre 2020 si dovrà versare la quota ordinaria di 3 euro che salirà 6 euro nei giorni contrassegnati dal bollino rosso. Invece la cifra lieviterà fino a 8 euro in caso di bollino nero, mentre per le navi si è deciso di introdurre una tariffa unica da 5 euro. Successivamente, da gennaio 2021 sarà varata la tariffazione definitiva: 6 euro per l’ingresso ordinario, 8 euro in regime di bollino rosso e 10 euro per bollino nero. Invece quando il Comune sancirà il bollino verde nei periodi dell’anno meno affollati, il costo scenderà di nuovo a 3 euro. Le navi saranno associate ad un prezzo standard di 7 euro.
Ticket d’ingresso a Venezia: polemiche per l’esclusione di Mestre
Il regolamento ufficiale che a partire da luglio 2020 sancirà il semaforo verde al contributo d’accesso nel centro storico di Venezia non ha mancato di scatenare ulteriori polemiche. Innanzitutto l’amministrazione comunale ha migliorato il capitolo esenzioni che riguarderanno coloro che giungeranno in Laguna per prendere parte a convegni o manifestazioni ed eventi organizzati e patrocinati dal Comune. E proprio su questo punto sono emerse nuove e aspre polemiche legate a quanto previsto dalla normativa per coloro che risiedono nel capoluogo ma non nel centro cittadino.
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Venezia, infatti è composta dall’area che comprende il centro storico tanto ambito dai turisti, dalla Laguna, dalle varie isolette e dalle piccole municipalità che sorgono sulla terraferma tra le quali spicca la frazione di Mestre. Il testo sull’introduzione del ticket d’ingresso prevede che se un residente dell’area storica ospita un parente estraneo alla regione, lo può fare senza che questi sia costretto a pagare la tariffa prevista. Invece, se la stessa cosa accade a un cittadino dei paesini facenti parte della terraferma la situazione cambia: l’ospitalità resta a titolo gratuito, ma se si decide di concedersi una passeggiata a San Marco, allora per il parente scatta automaticamente l’obbligo di munirsi di biglietto d’accesso perché il congiunto vive al di fuori della zona lagunare. Questa distinzione ha immediatamente generato malumori e proteste fra tutti coloro che vivono nelle cittadine venete sulla terraferma i quali si sentono discriminati rispetto ai residenti del centro storico.

Elena La Rocca del Movimento 5 Stelle si è soffermata proprio su questa distinzione che rappresenta una manifestazione d’incoerenza rispetto agli annunci che parlano spesso di «città unica» tra Venezia e Mestre. Emanuele Rosteghin e Nicola Pellicani del Partito Democratico hanno aggiunto che risulta piuttosto difficile accettare il fatto che un turista che ad esempio proviene da Verona debba ottenere degli sconti sul ticket d’ingresso usufruendo della convenzione concessa agli alberghi, e soprattutto che i familiari di un mestrino debbano invece versare la tariffa piena.
Rocco Fiano della Lista Casson, invece, ha sollevato la questione relativa alla mancanza di patrocini per le strutture ricettive delle Municipalità che sorgono sulla terraferma. Zuin ha risposto a queste rimostranze, sottolineando che gli hotel possono proporre degli sconti basandosi sull’impegno di «sensibilizzazione del turista», mentre per quanto riguarda i parenti dei residenti di Mestre e altre città limitrofe ha confermato che nel momento in cui accedono nell’area storica sono alla stregua di tutti gli altri visitatori italiani e stranieri.