Nonostante il momento storico che stiamo vivendo, la regione del Veneto si mette in gioco e punta all’innovazione, mirando a diventare un hub europeo. In questo modo entrerebbe a far parte della ristretta cerchia di centri di ricerca europei. Essi hanno l’obiettivo di agevolare e implementare la trasformazione digitale, ancora molto in ritardo, delle piccole e medie imprese.
Ll’evento Digitalmeet “Il ruolo degli European Digital Innovation Hub nei processi di trasformazione digitale delle Pmi” è stato organizzato dall’Università di Padova. I presenti tra cui Fabrizio Dughiero (presidente Smact), Matteo Faggin (Direttore Smact), Laura Bruni (Schneider Electric), Giovanni Pavan (Tim), Stefano Firpo (Medio credito), Michele Romano (Sanmarco Informatica), Walter Vendraminetto (EdaLab), Fabio Cappellozza (Presidente Considi) hanno annunciato questa possibilità.
Hub europeo, di cosa si tratta?
L’hub europeo è una singola organizzazione o un gruppo coordinato di organizzazioni. Esse presentano competenze complementari ed operano senza fini di lucro a supporto di imprese. In particolare si dedicano all’ambito digitale. In Italia tale aiuto manca all’interno delle piccole aziende ed è per questo che il Veneto ha presentato la proposta ed è sempre più vicina all’innovazione.
Sessanta proposte, sette miliardi in ballo
L’Hub europeo avrà a disposizione sette miliardi per i prossimi cinque anni. L’Italia potrà creare da un minimo di ventuno organizzazioni a un massimo di ventotto. Attualmente il Ministero ha ricevuto sessanta candidature, tra queste gli esperti ne sceglieranno alcune che potranno partecipare alla selezione europea.
La proposta del Veneto
La proposta della regione Veneto per diventare hub europeo è stata presentata al Ministero della sviluppo economico in risposta all’apposito bando che si chiudeva il 24 settembre scorso. Competence center Smact, Unioncamere Veneto, Confindustria Siav, Confartigianato Vicenza, Intesa Sanpaolo, Univeneto, T2i, Area Science Park e Parco Galileo hanno sostenuto l’idea, lanciando così la regione verso l’innovazione. L’obiettivo è quello di trasferire su scala europea il lavoro che il Competence center veneto sta già facendo da anni. Dalla formazione pratica per le Pmi al supporto attraverso il co-finanziamento, all’attivazione dei live-demo, ovvero luoghi fisici, vere e proprie fabbriche di prova, dove le Pmi potranno sperimentare le loro tecnologie e testare i loro brevetti prima di metterli effettivamente in produzione.
Il parere dell’esperto
“La candidatura veneta è forte e strutturata” spiega Fabrizio Dughiero, protettore dell’Università di Padova e presidente del consiglio di gestione di Smact. Afferma: “Abbiamo scelto un tema articolato: il nostro focus tecnologico sarà sull’intelligenza artificiale in continuità con le competenze di Smact (AIoT) e del network – continua – assieme al tema della blockchain per valorizzare gli aspetti più strategici della cybersecurity applicata all’impresa 4.0.”. Conclude – Mentre il focus settoriale sarà sulle specializzazioni del Veneto, cioè Agrifood, Manufacturing, Creative industries e Sustainable living”.
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