Quartieri dell’Arte dal 10 settembre al 7 novembre torna a animare e ‘interpretare’ le location più suggestive della Tuscia viterbese. Il festival di teatro si svolgerà al castello di Graffignano al ‘borgo fantasma’ di Celleno e per il lancio della sua XXVI stagione ha scelto un luogo raro e magico di Roma: il Venerabile Collegio inglese. Si tratta della più antica istituzione britannica al di fuori del Regno Unito.
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Perché scegliere il Venerabile Collegio inglese per la rassegna Quartieri dell’arte?
Fondato dal cardinale William Allen nel 1576 il Collegio, solitamente non accessibile al pubblico, è testimone dei grandi fermenti del Rinascimento. Tutt’ora è sede di formazione e riflessione religiosa. Sito unico in Italia e nel mondo, collega la Capitale al Teatro elisabettiano e ai misteriosi scenari dell’epoca. Soprattutto unisce i destini incrociati delle cerchie michelangiolesche e shakespeariane che attraversano l’originale progetto artistico del festival ideato e diretto da Gian Maria Cervo. Una rassegna quindi votata a valorizzare la relazione tra nuove tendenze drammaturgiche e tradizione.
Il programma del Festival Quartieri dell’arte?
Dopo la presentazione, il pubblico e gli artisti presenti hanno potuto assistere a una performance ispirata a Comus, un masque firmato da John Milton, ospite del Collegio nel 1638. L’adattamento è di Riccardo Festa con la regia di Carlo Fineschi e la musica dal vivo di Dario Guidi. Lo spettacolo che sarà ripreso il 2 ottobre a Viterbo, anticipa simbolicamente i temi della XXVI edizione di Quartieri dell’Arte. Cervo nella sua introduzione parla della rassegna. “Al centro del programma c’è La guerra dei teatri, ciclo di riscritture che si rifà alla disputa elisabettiana che vide coinvolti i giganti della commedia cinque-seicentesca inglese. Quindi Jonson, Dekker e Marston e che forse coinvolse anche William Shakespeare. La sfida raccolse tantissimo dalle suggestioni culturali, dagli stimoli e perfino dai vocaboli di alcune delle figure che animarono il dibattito religioso rinascimentale. Ebbe in Viterbo uno dei suoi punti focali”.
La guerra dei teatri
“La riscrittura della disputa è messa in atto da drammaturghi e autori di varie generazioni, il più giovane poco più che diciottenne, senior avendo da poco superato i 60 anni. Risuona con una serie di spettacoli esemplari delle pratiche del teatro contemporaneo, dall’installazione teatrale alla riscrittura informata. Dal teatro-documentario alle drammaturgie che confinano col performativo. Ci sono i linguaggi nuovi, c’è il rap, la trap, c’è zoom, ci sono App sperimentali concepite ad hoc per alcuni degli eventi, ma sorprendentemente ci sono anche eco del lavoro di Strehler. Si trova parte del vissuto di alcuni attori e registi presenti nel programma e c’è l’omaggio reso a maestri assai più remoti del teatro universale. Vorremmo che con “guerra dei teatri” si intendesse anche guerra al fianco dei teatri e dentro i teatri che spesso si trasformano in antri e labirinti dove si incontra l’ignoto”.
Al Venerabile Collegio inglese e in altri luoghi di Viterbo gli spettacoli di Quartieri dell’arte
Il festival si apre sabato 10 settembre al Castello Baglioni di Graffignano proprio con “La guerra dei Teatri”, un testo di Gian Maria Cervo. I contributi sono di Francesca Olivi, Antonio Piccolo, autore della traduzione dell’Amleto in napoletano citata nel testo, e del giovane rapper Dado, per la regia di Flavio Albanese. Sarà l’ouverture di una maratona, in replica a Viterbo l’11 e il 12, e al Palazzo Gallo di Bagnaia dal 27 al 30 ottobre. Presenterà dunque di volta in volta alcuni agili allestimenti legati al tema: la riscrittura del Satiromastix di Dekker firmata da Simone Corso con la regia di Marinella Anaclerio. Quindi What You Will di Francesco Salerno, una rivisitazione del testo di John Marston con Matteo Bertolotti e Andrea Palermo, per la regia di Marco Bellocchio.
Spettacoli realizzati con l’Accademia di Belle Arti di Roma
Ispirati a Ben Jonson saranno Cynthia’s Laundry di Roberto Cavosi, diretto da Riccardo Festa con l’interpretazione di Anna Paola Vellaccio e Il Poetastro”. Il testo è di Gian Maria Cervo con Michele Altamura e Gabriele Palocà che saranno anche registi e protagonisti della pièce. Mentre in Epilogo di una guerra di Gian Maria Cervo e Simone Corso per la regia di Riccardo Festa saranno di scena tutti e 3 gli autori. Rievocare Eastward Ho!, l’opera satirica che nel 1605 sancì la pacificazione tra Jonson, Dekker e Marston. Gli eventi saranno quindi realizzati con la preziosa collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma, coordinati dai responsabili del Comitato Artistico, Victor Albano e Irene de Sanctis.
Fura dels Baus
Uno degli appuntamenti più attesi del festival sarà il ritorno a Viterbo (11 settembre) della mitica Fura dels Baus. Gli spettatori saranno protagonisti assoluti del nuovo evento proposto da Pep Gatell appositamente per Quartieri dell’Arte. Una rinarrazione di un evento nato come digitale e ispirato alla Tempesta di Shakespeare: La tempestad en la casa. Guidato, in presenza, dallo stesso Gatell, il pubblico potrà interagire con gli attori in video grazie all’app Kalliope. Inoltre, potranno usare elementi di attrezzeria messi a disposizione dal festival o portati da casa, su precisa indicazione, via social, del regista.
L’installazione di Mario Martone
Dal 15 al 29 settembre sarà ospitata nei suggestivi locali di Viterbo Sotterranea un’installazione speciale nata dalla collaborazione tra Quartieri dell’Arte e CSS Udine. L’opera è creata da Mario Martone a partire dal testo teatrale del drammaturgo franco-maghrebino Bernard Marie Koltès, Nella solitudine dei campi di cotone. È un lavoro sonoro e abitabile in forma di labirinto, riallestita per l’occasione da Fabrizio Arcuri con un intervento di Teho Teardo per il paesaggio musicale. Nel suo attraversamento echeggia il racconto di uno dei testi più perturbanti di Koltès con le voci inconfondibili di Claudio Amendola e Carlo Cecchi, per un formidabile incontro con l’Altro.
Oltre al Venerabile Collegio inglese spettacoli al Teatro Basilica e dell’Unione
Prima a Roma, al Teatro Basilica, 29 settembre con la regia storica di Pierpaolo Sepe e poi a Viterbo, Spazio Unindustria, 6 ottobre, torna FREETIME. La commedia di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov sarà proposta in un formato di presentazione di A.I. Art con l’intervento di Nicola Bremer e dell’artista visivo Vincenzo Marsiglia. Concepiscono un nuovo progetto di allestimento prodotto dal Festival con Teatrul de Nord Satu Mare (Romania). Sorta di equivalente teatrale ante-litteram di Don’t Look Up, lo spettacolo è una commedia multiverso che racconta la brutalità della società globale.
Ecologia al festival Quartieri dell’arte
Si chiude con due serate all’insegna dell’impegno ecologico. Di scena, Un nemico del popolo di Ibsen al Teatro dell’Unione di Viterbo, 5 novembre, rivisitato e diretto da Nina Nikolikj. Si esibiranno gli attori del Teatro nazionale di Macedonia, uno spettacolo nato nell’ambito del progetto europeo Woh – The Ways of The Heroes. Quindi storie di chi lotta quotidianamente per la tutela della natura. In programma anche Contemporary Superheroes di Riccardo Festa all’Ecomuseo di Bomarzo, 7 novembre, trasposizione teatrale di una graphic novel sviluppata da Andrea Palermo, in arte Arpo. Una collaborazione con l’editor Nika Gavroska e dalla disegnatrice Natasa Andonova che insegna ai giovanissimi a ridisegnare l’ambiente attraverso le loro pratiche quotidiane.
La guerra nell’Est Europa e Gogol era ucraino
Tra gli altri eventi in cartellone, ricordiamo la vigilia degli idi di marzo raccontata dal ciabattino di Bruto in Giulio di Aleksandros Memetaj. Sarà al Teatro San Leonardo di Viterbo, 22 settembre con la regia di Yoris Petrillo. Sarà presentato anche il sesto episodio del progetto radiofonico Sparizioni, realizzato da Muta Imago durante il lockdown, Fly Me to the Moon. Pertanto un road-podcast live attraverso i crateri lunari diretto da Riccardo Fazi allo Spazio Unindustria di Viterbo, 5 novembre. Un’attenzione particolare sarà poi dedicata ai reali venti di guerra che attraversano l’Europa con l’evento Gogol era ucraino. Una protesta al conflitto in Ucraina che coinvolgerà, insieme agli artisti italiani, alcuni degli attori rifugiati russi operanti allo Steps Theatre di New York e ucraini in Polonia. Saranno infatti collegati via Zoom con un palcoscenico italiano, a Viterbo l’11 settembre e a Celleno dal 13 ottobre.
Immagine da cartella stampa.