giovedì, Aprile 18, 2024

Vaccini: La Sanità pugliese rileva 4 casi ogni 100 di reazioni avverse gravi su ogni somministrazione.

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Vaccini

In Senato, si sono svolte le audizioni per discutere il nuovo decreto legge sui Vaccini, il “Ddl 770”, e con grande sorpresa è emersa una notizia bomba: per la prima volta è stato condotto in Puglia, uno studio molto particolare, riguardante il vaccino quadrivalente anti MPVR, ovvero quello contro il morbillo, la parotite, la varicella e la rosolia.

La ricerca è stata svolta dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Puglia, che dal 2013 al 2017, ha monitorato le reazioni di un campione di 1.672 bambini per ogni anno di osservazione, a cui è stato inoculato tale vaccino, attraverso una campagna di “farmacovigilanza attiva”.

Per “farmacovigilanza attiva”, si intende un monitoraggio sistematico delle eventuali reazioni accorse ai bambini vaccinati, attraverso telefonate di controllo, effettuate dagli operatori della Sanità ai genitori, nell’arco di un lungo periodo di tempo.

L’industria farmaceutica, non ha l’interesse di adoperarsi nella verifica statistica degli eventuali danni da vaccino, e preferisce ovviamente, adottare il sistema della “farmacovigilanza passiva”, ovvero delle segnalazioni spontanee da parte dei genitori dei bambini vaccinati.

Ciò significa, che deve essere il genitore, che rilevando successivamente alla vaccinazione una reazione avversa nel proprio bambino, deve innanzitutto interpellare un pediatra per porvi rimedio e poi segnalare il fatto alle autorità sanitarie.

Il problema è che solo una piccolissima parte dei genitori è a conoscenza del fatto che esiste un sistema per poterlo fare, e di questi, solo un’esigua percentuale si ricorda o ha l’attenzione di utilizzare questo prezioso strumento, sfalsando inevitabilmente i dati ufficiali.

I risultati di questa ricerca sono eclatanti, e registrano un numero di casi di eventi avversi gravi di 339 volte superiore al numero di casi riportati nei dati ufficiali con la sorveglianza passiva, adottata dall’industria farmaceutica.

Leggendo il rapporto completo dello studio, stilato dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Puglia, alla fine della campagna, disponibile on line a questo link, e nello specifico quanto viene riportato dalla tabella a pagina 26, si può notare come gli eventi avversi gravi siano risultati il 40,69 per mille dei casi monitorati.

A pagina 17 del rapporto invece, è specificato come viene classificato come “grave” un evento avverso a vaccino o farmaco, ovvero qualora abbia determinato:

• decesso
• pericolo di vita
• invalidità grave o permanente
• anomalie congenite/deficit del neonato
• ospedalizzazione o prolungamento dell’ospedalizzazione
• altra condizione clinicamente rilevante.

A pagina 33, sempre dello stesso rapporto, troviamo un’altra tabella dove si evince come il “causality assessment”, ovvero il rapporto di causalità, o correlazione fra vaccino ed evento avverso, corrisponda al 75% dei casi esaminati e riportati.

Quindi, negli anni tra il 2013 e il 2017, in seguito alla somministrazione del vaccino, sono stati registrati 4 eventi avversi gravi ogni 100, con tre quarti di questi casi correlabili direttamente alla somministrazione del vaccino stesso.

E’ evidente come possano cambiare radicalmente i dati, se le osservazioni vengono effettuate in maniera più attenta e coscienziosa, come ha appunto dimostrato l’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Puglia, perseguendo una strategia di “farmacovigilanza attiva”, anziché, quella della “farmacovigilanza passiva”, tanto cara all’industria farmaceutica.

In questo caso è stato evidenziato un risultato ottenuto in una sola Regione di un solo Stato del Mondo, quindi ci si può legittimamente domandare, quali sarebbero i risultati se una ricerca con il sistema della “farmacovigilanza attiva”, venisse svolta a livello globale, in ogni Regione di ogni Nazione del nostro Pianeta.

Ma non è tutto; l’indagine, che si è conclusa a Maggio, con la stesura e la pubblicazione del sopracitato rapporto, ha visto la sua diffusione avvenire per voce del Direttore Generale del MoIGe, il Movimento Italiano Genitori, Antonio Affinita, il quale, in passato, si era adoperato nella promozione della gratuità vaccinale e della Confederazione Como, delle organizzazioni mondiali contro la meningite, durante un suo intervento esposto in Commissione Sanità.

A segnalare ad Antonio Affinita l’esistenza e i risultati della ricerca, sono stati, come da lui stesso dichiarato, alcuni genitori che hanno sempre vaccinato i loro figli e con i quali mantiene un dialogo costante insieme a molte altre famiglie italiane.

Stupisce quindi, che non siano stati gli stessi autori dello studio a rivelarne i risultati, ma ad oggi, si può supporre che le Asl siano informate del fatto, e di conseguenza, anche i genitori a cui viene proposto quel vaccino e che firmeranno il “consenso informato”.

In Italia esistono ben 11 leggi sul “consenso informato”, che prevedono che chiunque ne apponga la firma accetti tutti i benefici, ma anche i rischi di una terapia; quindi in assenza di questa adesione non è possibile procedere a nessuna tipologia di trattamento sanitario.

Stranamente però, per quanto riguarda i vaccini, vige l’obbligo alla somministrazione, un qualcosa che non solo ignora totalmente le leggi dello Stato, ma anche il ruolo dei genitori nelle scelte di salute dei propri figli, genitori, che sempre secondo le rivelazioni di Antonio Affinita, non comprendono perché un atto sanitario come quello della vaccinazione, sia stato pesantemente condizionato.

Infatti, continua Affinita, “chi non vaccina il proprio figlio, non ha diritto alla scuola materna, non potrà iscriverlo a un centro estivo o a uno sportivo, fino all’assurdo, però se si paga una sostanziosa multa, il minore dai 6 anni in su potrà restare in classe”.

E ancora: “non si può fare di un atto medico un ricatto, perché ce lo insegna il “consenso informato”; qualsiasi terapia, farmaco o vaccinazione, va compresa e scelta. In questo caso poi, si è toccato il diritto all’istruzione e alla socialità garantiti dalla nostra Costituzione”.

Concludendo, come ha dichiarato il Ministro Grillo, solo il 15% dei medici si vaccinano contro l’influenza, come se un fornaio non mangiasse il proprio pane; è chiaro che per un genitore sapere che circa 8 medici su 10 non si vaccinano, rafforza perplessità e preoccupazioni, e questo, anche alla luce dei risultati prodotti dalla ricerca pugliese, dovrebbe essere motivo di riflessione da parte di tutta la popolazione.

Pasquale Kovacic
Pasquale Kovacichttp://pasqualekovacic.altervista.org/
Giornalista e scrittore, nato a Monza nel 1969. Saggista e studioso di psicologia, parapsicologia e spiritualità, scrive per lo più su tali argomenti oltre che cronaca, attualità, ambiente, società e politica. "L'informazione è un dovere e una responsabilità che grava su chi scrive per tutti. Per questo motivo deve sempre smascherare e contrapporsi alla disinformazione".

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