venerdì, Aprile 19, 2024

USA: Trump annuncia il ritiro e minaccia la Turchia

La decisione di Trump di ritirarsi dal conflitto siriano non è stata accolta con favore nel partito repubblicano, anzi al suo interno, alcuni deputati sarebbero pronti a votare una mozione di sfiducia contro la decisione di ritirare le truppe.

La strada intrapresa da Trump non è priva di pericoli, poichè inimicarsi esponenti del suo stesso partito, potrebbe avere conseguenze anche sulla mozione d’impeachment per l’Ucrainagate.

Il leader del partito repubblicano al Senato Mitch McConnell, in una sua dichiarazione, ha espresso tutta la sua perplessità e contrarietà riguardo al ritiro delle truppe americane dal nord della Siria, infatti McConnell ha dichiarato: ” Un ritiro precipitoso delle forze Usa dalla Siria sarebbe ad esclusivo vantaggio della Russia, dell’Iran e del regime di Assad”.

Altre voci si uniscono al coro di coloro che sono contrari al ritiro statunitense, per esempio il senatore repubblicano Lindsey Graham ha dichiarato senza mezze misure che lasciare i curdi al loro destino sarebbe un gravissimo errore in prospettiva e una “macchia all’onore dell’America”. Il senatore repubblicano, nella sua dichiarazione, ha espresso il suo disappunto nei confronti della Turchia e l’ha minacciata si pesanti sanzioni, nel caso in cui quest’ultima decida effettivamente di invadere la il nord della Siria.

Nikki Haley, ex ambasciatrice USA all’Onu ha riferito: ” I curdi sono stati fondamentali nella nostra guerra contro l’Isis in Siria. Lasciarli morire ora è un grande errore”.

La mossa inaspettata di Trump dunque ha provocato una reazione altrettanto inaspettata nel partito repubblicano, tanto che lo stesso presidente , nelle prossime ore, potrebbe decidere di ritornare sui suoi passi e ritirare la proposta.

Forse Trump ha voluto riflettere sulla questione siriana, poichè inimicarsi membri del suo stesso partito potrebbe agevolare i democratici sulla richiesta d’impeachment.

Negli ultimi giorni i sostenitori di Trump, come il senatore McConnell e Graham, sono al lavoro per bloccare la procedura di messa in stato d’accusa del presidente, di conseguenza se Trump dovesse scontrarsi con i membri del partito repubblicano sulla questione siriana, potrebbe mancargli l’appoggio sulla questione ucraina.

Se quest’improvviso cambio di rotta ha suscitato malumore tra i generali statunitensi e non solo, poichè essa ha spiazzato anche la diplomazia americana, la decisone del presidente potrebbe rispondere ad una logica ben precisa, infatti Trump potrebbe aver deciso il suo ritiro dallo scacchiere internazionale sia per concentrarsi sulle sue problematiche interne, sia per manifestare il suo disappunto nei confronti del presidente Erdogan, il quale, a luglio, avallò l’acquisto degli S-400 di fabbricazione russa, una mossa, quest’ultima, che potrebbe rafforzare le relazioni sia diplomatiche che economiche tra Turchia e Russia.

Gli unici che pagherebbero il prezzo più alto sarebbero i curdi, i quali avevano espresso molta fiducia nell’appoggio americano alla loro causa, ovvero quella della costruzione di un loro stato indipendente, inoltre, gli americani perderebbero un alleato prezioso nella lotta allo stato islamico che non è ancora sconfitto completamente e anzi, il ritiro americano dalla Siria, potrebbe portare ad un ritorno sulla scena dell’ISIS che potrebbe riorganizzarsi in modo da essere ancora più forte di prima.

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