giovedì, Settembre 12, 2024

USA – Russia: cosa succederà dopo il 3 novembre?

Il rapporto Usa – Russia ha da sempre influenzato gli equilibri geopolitici mondiali. Dalla Guerra Fredda, alla distensione fino alle interferenze di Mosca nelle elezioni americane che hanno portato alla Casa Bianca Donald Trump. Cosa succederà nella relazione tra i due paesi dopo le elezioni americane del 3 novembre?

USA – Russia, una relazione complicata

Le relazioni tra gli USA e la Russia sono da sempre complicate.

Per decenni, durante la Guerra Fredda, gli USA hanno cercato di contenere l’espansionismo sovietico e il pericolo da esso rappresentato. Quando la cortina di ferro si sgretolò, agli inizi degli anni ’90, gli Usa si ritrovarono l’unica superpotenza rimasta. La Guerra Fredda era finita e l’America cercava un ruolo centrale sulla scena internazionale. Inoltre si pensava che finalmente l’autoritarismo sovietico sui Paesi orientali fosse finito.

Tuttavia tutto questo entusiasmo durò poco. Infatti, alla fine degli anni ’90 salì al potere in Russia Vladimir Putin, ex agente del KGB, che torna a mostrare una Russia autoritaria e restituisce alla Russia un posto di spicco nelle grandi potenze mondiali.

Putin e gli USA

Con l’arrivo di Putin i rapporti tra Usa e Russia tornano a deteriorarsi

La Russia alza di nuovo la voce e accusa Washington di sostenere movimenti pro-democrazia in Georgia e in Ucraina e di accogliere nella NATO i Paesi baltici e dell’Europa certo-orientale.

Nel 2008, in USA conquista la Casa Bianca Barack Obama e tenta un Reset con la Russia. Tuttavia, nel 2014, con lo scoppio della rivoluzione Arancione e l’annessione della Crimea da parte della Russia si pone fine ad ogni tentativo di distensione. Gli USA e i suoi alleati espellono perfino la Russia dal G8.

La relazione di Trump con il Cremlino

Nel 2016 alla Casa Bianca arriva Donald Trump e da qui inizia un rapporto folle tra le due superpotenze.

In America la Russia viene accusata di aver interferito nelle elezioni presidenziali e di aver favorito Trump per vincere le elezioni. Si apre un’indagine, il cosiddetto Russiagate, dove si indaga sulla collusione della campagna di Trump con la Russia. Le indagini portano a numerosi arresti tra i membri della campagna di Trump e vengono confermate le interferenze russe nelle elezioni.

Trump, che aveva promesso un atteggiamento di apertura verso Mosca, inizia così una politica confusionaria. Afferma che il Russiagate è solo una caccia alle streghe orchestrata dai democratici e dichiara di credere nelle parole del presidente russo quando dice che lui non ha interferito. Tuttavia Trump viene criticato e accusato di essere il burattino di Putin. Così decide di intraprendere delle azioni contro la Russia, come ad esempio inviare armi in Ucraina e ritirare gli USA dal trattato INF sulle armi nucleari.

Cosa succederà alle relazioni USA – Russia dopo il 3 novembre?

Ora, con l’avvicinarsi delle elezioni americane, e con i nuovi sospetti dell’interferenze russe nelle elezioni, la questione Russia continua essere un tema della politica interna americana. Il candidato democratico, Joe Biden, afferma che Trump è pericoloso perché legato a Putin e promette di non piegarsi alla Russia.

Trump non si concentrerà sulla Russia

Se il presidente Trump dovesse aggiudicarsi un secondo mandato potrebbe continuare con la politica caotica con la Russia e dovrebbe affrontare dossier importanti come il rinnovo del trattato START.

Tuttavia Trump potrebbe accantonare la Russia e concentrarsi solo sulla questione asiatica e il suo grande nemico, la Cina, dando così la possibilità alla Russia di avanzare in Medio Oriente.

Inoltre una eventuale seconda presidenza Trump potrebbe accettare una sfera di influenza di Mosca sull’Europa orientale rinunciando all’allargamento e al rafforzamento della NATO.

Biden: “Non sono amico del diavolo”

Qualora invece dovesse aggiudicarsi la Casa Bianca il candidato democratico Joe Biden, potrebbe cambiare le politiche nei confronti della Russia.

Per Biden il presidente russo Putin sta guidando un assalto alle fondamenta della democrazia occidentale e ha ribadito in più occasioni che la sua politica verso la Russia sarà basata sul pesante uso di sanzioni, l’espansione e il potenziamento della NATO e la creazione di un fronte democratico internazionale che possa fare da argine a vecchi e nuovi autoritarismi.

L’ex vicepresidente si oppone anche al ritorno di Mosca nel G7, mentre si è detto aperto a negoziare nuovi trattati per la riduzione degli arsenali missilistici dei due paesi.

Se arrivasse alla Casa Bianca, Biden porterebbe un risultato probabile di un ulteriore irrigidimento dei rapporti tra Mosca e Washington.


Leggi anche: Obama: “Trump incapace di cambiare la politica estera”

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