venerdì, Aprile 19, 2024

USA 2020: Sanders sospende la sua campagna

A seguito degli ultimi cocenti insuccessi Bernie Sanders si è deciso a gettare la spugna: il Senatore, in teleconferenza dalla propria abitazione a Burlington, nel Vermont, ha annunciato di ritirare la sua campagna dalle primarie consegnando la nomina alle presidenziali di novembre al rivale Joe Biden.

Nonostante l’epidemia di coronavirus abbia costretto molti Stati a posticipare le consultazioni elettorali ai prossimi mesi – soprattutto a giugno e luglio – l’incredibile rimonta dell’ex vicepresidente ha scoraggiato Sanders a proseguire anche a seguito del riscontro della palese preferenza dell’elettorato per il rivale ormai da tempo il front runner dei candidati democratici.

A gravare sulla scelta del Senatore sarebbero stati i dati dei primi scrutini del voto di ieri in Wisconsin che lo vedrebbero a lunga distanza da Biden, nonostante l’ufficialità dei risultati sia attesa per il prossimo lunedì, al fine di consentire il corretto svolgimento di tutte le operazioni del voto per corrispondenza.

Sanders, definendosi orgoglioso per quanto realizzato sino a questo momento, nel suo discorso di commiato ha ringraziato i propri sostenitori e i finanziatori della campagna e ha commentato il ritiro spiegando che la sua non fosse solo una semplice campagna elettorale ma un movimento che avrebbe voluto apportare un cambiamento di più ampio respiro nel Paese, un cambiamento che sarebbe avvenuto -nell’ottica del Senatore – dal basso verso l’alto e non viceversa.

Nonostante le dure critiche e gli attacchi rivolti al rivale Biden, però, il Senatore del Vermont non è riuscito a convincere l’opinione pubblica né ha fatto breccia tra l’elettorato, persuadendolo della bontà e della fattibilità delle proprie idee, forse complice l’epidemia di coronavirus per la quale sono stati annullati innumerevoli raduni, convegni e dibattiti su tutto il territorio nazionale.

A un passo dalla conquista di una nomina che il Senatore considerava già sua in quanto principale favorito e leader indiscusso delle consultazioni ai primi Stati al voto – soprattutto Iowa e Nevada – Bernie Sanders dal Super Tuesday in poi è stato travolto da un Joe Biden redivivo che ha firmato la più grande e inarrestabile rimonta della storia politica americana.

Secondo Politico il ritiro di Sanders segnerebbe proprio il culmine di questa incredibile inversione di rotta. L’agenzia ha anche ipotizzato che se i moderati non avessero serrato i ranghi attorno a Biden così in fretta molto probabilmente Sanders avrebbe avuto una maggiore chance di essere nominato avversario democratico di Trump nelle presidenziali 2020.

La sconfitta di Sanders

La crepa che ha portato all’odierna sconfitta di Bernie Sanders si è originata dalle stesse premesse della sua campagna elettorale: per l’opinione pubblica statunitense, infatti, il Senatore avrebbe mancato nel costruire le basi per quella riunificazione e coesione tanto auspicate tra le fila del suo partito, ritenute l’asso migliore da giocare contro il competitor repubblicano Donald Trump a novembre.

Al contrario, dal voto al Super Tuesday e soprattutto dalle elezioni in Carolina del Sud Joe Biden non ha fatto altro che collezionare il supporto della maggior parte degli esponenti del suo partito, a cominciare dai candidati democratici che hanno via via lasciato la corsa, nonché di molti personaggi di spicco tra l’opinione pubblica americana.

L’uscita di scena di Sanders allieterà soprattutto l’ala più moderata del partito dell’Asinello, che da sempre aveva mal digerito le notevoli influenze socialiste del Senatore.

La reazione di Donald Trump è stata pressoché immediata. Il leader della Casa Bianca, invitando i sostenitori di Sanders ad unirsi alla sua campagna, ha commentato: “Sanders è fuori! Grazie a Elizabeth Warren. Se non fosse stato per lei, Bernie avrebbe vinto quasi tutti gli Stati al Super Tuesday“.

Dal canto suo Sander ha riconosciuto Biden quale candidato per le presidenziali 2020: “è una persona perbene ed è una persona con cui lavorerò“, assicurando ai suoi sostenitori che “insieme sconfiggeremo Donald Trump“.

Ufficialmente la “sospensione” di una campagna elettorale non comporta di per sé la chiusura del suo comitato elettorale il quale rimarrà funzionante per pagare fornitori e collaboratori. Inoltre, il nome di Sanders continuerà a comparire sulle liste elettorali dei prossimi Stati al voto perché più delegati riuscirà a ottenere maggiore sarà il suo peso politico nella Convention Nazionale prevista a Milwaukee per la fine di agosto.

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