giovedì, Aprile 25, 2024

UNIVERSITA’: AL VIA TEST ACCESSO, SI COMINCIA CON MEDICINA

Al via i test d’ingresso a Medicina e Odontoiatria che si svolgono oggi in tutti gli atenei. Per il Codacons fare questi test ad aprile non solo è assurdo e inammissibile, ma anche discriminatorio. Distrae, infatti, gli studenti dalla preparazione agli esami di maturità e favorisce chi lo scorso anno non è stato ammesso e che ora ha più tempo per prepararsi rispetto ai maturandi.
Senza contare che i test di accesso non solo sono anacronistici, ma riducendo a priori il numero dei futuri medici, violano il principio del libero accesso alle professioni, oltre a violare il diritto allo studio sancito dall’art. 3, 33 e 34 della Costituzione.
Per questo il Codacons chiede al nuovo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini di eliminarli. Anche perché la verità è che i test, nati per calmierare le professioni, oggi sono mantenuti senza alcuna valutazione del fabbisogno sociale di medici o dentisti. E’ esclusivamente una questione di numeri disponibili nelle università, che, non avendo soldi, possono gestire un numero limitato di iscritti. Da qui i test! Anche la data assurda di aprile, è figlia di questa logica.
Se, quindi, il Premier Renzi, come ha più volte dichiarato, vuole davvero investire seriamente nella scuola, è evidente che i test vanno eliminati e, semmai, va fatto come in Francia, dove la selezione avviene nel primo anno di università. Le matricole del corso di medicina devono finire il primo anno avendo sostenuto tutti gli esami. In questo modo la selezione avviene sulla base di reali meriti e non sulla base di una prova spesso irregolare e priva di ogni senso logico. Peraltro resta tuttora inspiegabile perché, per valutare uno studente, contino di più 60 domande in 100 minuti rispetto ad un percorso di studio di 5 anni che si conclude con l’esame di maturità.
Il Codacons ricorda che lo scorso anno centinaia di studenti furono riammessi alle prove di ammissione a seguito della vittoria dell’associazione al Tar del Lazio che riconobbe la “contraddizione che affligge il decreto attuativo pubblicato il 29 novembre 2013, tra l’ammissione in sovrannumero e il fatto che essa sia subordinata alla mancata copertura dei posti disponibili secondo la programmazione degli atenei, non tenendosi conto neppure di rinunce e scorrimenti”. Conseguentemente il Tar ammise i ricorrenti che avevano un punteggio superiore a quello dell’ultimo classificato, previa aggiunta del bonus maturità, all’epoca eliminato in corsa.

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