sabato, Ottobre 12, 2024

Ungaretti: il simbolismo poetico tra la Guerre

Il primo giugno è una data importante per tutti gli estimatori della letteratura italiana. In questa data, nel 1970, morì niente meno che Giuseppe Ungaretti. Chi di noi non ricorda i celebri versi del breve componimento Soldati?

 “Si sta come 
d’autunno
sugli alberi
le foglie” .

La tensione e la precarietà della vita dei soldati è paragonata qui a una foglia d’autunno: perennemente in bilico, incessantemente oscillante tra la vita, l’albero al quale la foglia si attacca con caparbietà, e la morte.

Chi era Ungaretti?

Ricordiamo Ungaretti per i suoi illustri componimenti ma non possiamo non menzionare il suo impegno politico. In seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, egli fu un convinto sostenitore della politica interventista fino al suo arruolamento. Celebre è il suo taccuino di poesie scritte proprio in questo periodo: Soldati venne composta nel 1918.

Le opere tra le Guerre

In seguito alla Guerra, Ungaretti si stabilì inizialmente in Francia. Fu questo un periodo impegnato nella corrispondenza giornalistica e nella realizzazione delle sue raccolte. Nel 1919 venne pubblicata Allegria di naufragi, una sorta di diario del tempo di guerra. Successivamente visse nel Lazio: è del 1928 Sentimento del Tempo. Nel 1936 accettò la cattedra di letteratura italiana nell’Università di San Paolo del Brasile fino al 1942: fu questo il periodo delle raccolte Dolore e Un Grido e Paesaggi, dove viene narrata anche la morte del figlio Antonietto.

Ungaretti dopo il regime fascista

Nel 1942, tornato in Italia, Ungaretti venne nominato Accademico d’Italia e professore di letteratura moderna e contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma. In seguito alla caduta del regime fascista subì l’epurazione e la sospensione dall’insegnamento fino al 1947. Nel 1954 venne candidato al Premio Nobel per la Letteratura ma non lo vinse.

Conclusioni poetiche

La poesia simbolista di Ungaretti non venne amata subito dai critici: i seguaci di Benedetto Croce, ad esempio, ne condannarono l’eccessivo frammentismo. Fu invece riconosciuto dagli ermetici come precursore di un tipo di poetica definita “pura”. Uno scrittore amato, pragmatico, che ancora oggi ci permette di godere della bellezza delle sue opere.

Silvia Sini
Silvia Sini
Neo-laureata in Editoria e Scrittura, clowndottore, capo scout.

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