La decisione del Consiglio di Stato, la più alta corte in materia di governo, arriva pochi giorni dopo che un istituto oceanografico ha riferito che almeno 910 delfini si sono spiaggiati sulla costa atlantica francese dall’inizio dell’inverno.
La situazione dei delfini
In una sola settimana, più di 400 mammiferi marini sono stati trovati spiaggiati lungo la costa, un numero “senza precedenti”, ha dichiarato venerdì scorso l’osservatorio oceanografico Pelagis con sede nella città occidentale di La Rochelle in un rapporto. Diverse ONG ambientaliste, tra cui Sea Shepherd, hanno presentato una denuncia legale contro il governo per la morte di delfini e focene. Secondo loro, il governo non sta facendo abbastanza per proteggere le specie, che rischiano di scomparire da alcune zone del Golfo di Biscaglia lungo la costa atlantica. La maggior parte dei delfini trovati presentava ferite riconducibili all’impigliamento nelle reti, in altre attrezzature da pesca o nei motori delle imbarcazioni. Molti sono morti nei mesi di febbraio e marzo, quando di solito i delfini si avvicinano alla costa in cerca di cibo e hanno maggiori probabilità di entrare in contatto con le operazioni di pesca.
La decisione del tribunale francese
Finora il governo francese si è astenuto dall’imporre divieti di pesca, optando invece per soluzioni che attenuassero l’impatto della pesca industriale sui delfini, come telecamere a bordo o apparecchiature sonore ad alto volume per allontanare i delfini. Ma lunedì il Consiglio di Stato ha stabilito che gli strumenti di “dissuasione acustica” sui pescherecci “non garantiscono uno stato di conservazione favorevole per le specie di piccoli cetacei”, tra cui delfini e focene. Entrambe le specie sono minacciate di estinzione, “almeno a livello regionale”, ha dichiarato. La Corte ha dato al governo sei mesi di tempo per istituire le zone di divieto di pesca e gli ha anche chiesto di intensificare il monitoraggio delle catture accidentali di delfini, che secondo la Corte è ancora troppo approssimativo.