Sono quindici i turisti italiani che sono stati ricondotti nel nostro paese domenica per via della fobia del coronavirus da parte del governo della Mauritania. Il fatto è avvenuto la scorsa domenica ma è stato confermato dalle autorità del paese lo scorso 4 marzo.
Il gruppo è stato intercettato a circa 90 chilometri dalla capitale Nouakchott e ancora all’interno del loro paese è stato chiesto loro di rientrare in Italia.
Secondo le autorità mauritane il gruppo italiano sarebbe stato informato della quarantena all’arrivo in aeroporto e i turisti avrebbero affermato di non conoscere le misure restrittive, accettando il periodo di confinamento. Il mattino successivo invece gli italiani sarebbero partiti verso il nord del paese, in direzione Atar, non curanti delle misure adottate dalla Mauritania già a partire da febbraio, quindi precenti la loro partenza verso la loro meta turistica. Una volta fermati i quindici hanno preferito ripartire verso l’Italia senza aspettare i quattordici giorni previsti per la quarantena. Tutti e tutte i componenti della comitiva avrebbero affermato di essere in buona salute.
Il fatto è stato così commentato da Abdelkader Ahmed portavoce del Ministero della Sanità: “Il gruppo ha tentato di violare le regole ma la Mauritania occupa le stesse regole della maggior parte dei paesi del mondo. Non ci sono ragioni per non fare questo“.