venerdì, Maggio 23, 2025

Un futuro resiliente: le speranze vengono dal G7

Un futuro resiliente. È quanto si spera di ottenere dal G7, in corso a Londra in questi giorni. Anche se da un anno e mezzo la nostra attenzione è assorbita dalla pandemia, ci sono molte altre emergenze nel mondo che non si sono mai fermate.

Un futuro resiliente è possibile?

Progressi e innovazioni spesso emergono da tragedie e disastri umani: è quanto ci ha insegnato la Storia. Pensiamo ad esempio alla riforma del benessere sociale nel Dopoguerra. I grandi riuniti nel G7 sono chiamati a trovare la leadership politica, il coraggio e (soprattutto) le finanze per salvare le prossime generazioni dagli errori commessi dall’uomo, salvaguardando al contempo il pianeta.


Il diritto umano per un ambiente sano


Nuove opportunità

Il G7 è, a conti fatti, la prima opportunità di questo 2021 per dare il via ad un’azione decisiva per correggere i rapporti dell’umanità con la natura. Altre due importanti conferenze globali sono in vista, il Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari e i colloqui sul clima COP26. Nei Paesi ad alto reddito, è essenziale ridurre i consumi, disaccoppiare l’economia dalla sua eccessiva impronta ambientale e investire in clima e natura. Solo questo potrà porre le basi per una ripresa veramente sostenibile, una resilienza a lungo termine e una maggiore equità globale.

Soluzioni per la natura

Premettiamo che i sistemi alimentari sono responsabili di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra. Viceversa, l’adozione di pratiche e soluzioni positive per la natura potrebbero risolvere in parte la situazione, assorbendo carbonio. Questa potrebbe iniziare con suoli sani ottenuti attraverso l’agroecologia, l’agricoltura rigenerativa e l’agroforestazione. In questo modo le principali economie potranno sostenere i Paesi più vulnerabili, nutrendo più persone e promuovendo la biodiversità, oltre ad aiutare la Terra ad adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il cibo, diritto umano universale

Questo è un altro punto cruciale di cui il G7 dovrà occuparsi. Sono necessarie misure che sostengano e proteggano i piccoli agricoltori, i lavoratori del settore alimentare, i pescatori, le comunità indigene e relative famiglie. Oltre l’80% delle 500 milioni di piccole fattorie mondiali producono fino all’80% del cibo consumato nei Paesi in via di sviluppo, ma spesso sono ricordate fra quelle senza abbastanza cibo. Di norma, i piccoli agricoltori sono i custodi degli ecosistemi sani e della biodiversità, ma sono anche in prima linea nel cambiamento climatico. Dunque tutelare il loro diritto al cibo è essenziale, ma lo è anche tutelare quello a vivere in ambienti salubri.

Le aspettative nel G7

In conclusione, l’incontro dei leader nel G7 rappresenta la speranza di un nuovo mondo, l’inizio di uno sforzo collettivo per costruire la resilienza e proteggere e fortificare il pianeta. Cambiare la tendenza distruttiva è possibile: ma per farlo sarà indispensabile garantire a tutti l’accesso al cibo, proteggere terra e mare entro il 2030, e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Non ci resta che attendere e sperare in soluzioni positive.

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Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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