martedì, Dicembre 10, 2024

Tutta roba naturale

                         

Se c’è una parola oggi che apre le porte del cuore ed i cordoni della borsa è la parola naturale. Le parole: naturale, erboristeria, omeopatia, energia, chakra, sono i nuovi miti, le cose buone che si contrappongono alle cose cattive: medicina ufficiale chimica, sintetica, allopatia.

                                        

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La medicina ufficiale ha da sempre attinto i suoi rimedi dalla natura. Quasi tutti i farmaci sono estratti da piante: i digitalici, miracolosi medicinali che aiutano il cuore aumentandone la forza di contrazione, sono derivati da piante che si chiamano Digitalis Purpurea o Digitalis Lanata o Strofanto. La Morfina è estratta dal papaverum sonniferum. La Penicillina, una muffa estratta dal terreno di cultura di diverse specie di Penicillum, particolarmente il Penicillium Notarum, fu il primo antibiotico ad essere usato in clinica. La sua sintesi e’ stata realizzata nel 1946. L’Aspirina o acido acetil-salicilico si chiama così perché è contenuta nelle foglie e nella corteccia del salice.

Gran parte dei rimedi della medicina ufficiale derivano quindi dalla natura. La differenza che c’è tra prendere una compressa da 250 mg di Aspirina e farsi un decotto con foglie di salice è che nel primo caso sappiamo che abbiamo assunto esattamente 250 mg di acido acetilsalicilico mentre nel secondo caso non sappiamo né la quantità del principio attivo, né quali altre sostanze abbiamo assunto assieme ad esso.

Ma la parola naturale è un archetipo che spalanca le porte della nostra mente. Stimola l’elang vital di Bergson, ha la forza rappresentativa delle monadi di Leibnitz, ci rimanda al benessere ed al mito della gioventù eterna.  Sembra quasi che l’uomo abbia vissuto in un Eden dove tutto ciò che era naturale era anche buono e faceva bene. Eppure malgrado nessuno possa affermare che il veleno del cobra non sia naturale, sono ben pochi, oggi, quelli che affermano sia una mano santa per i nostri acciacchi.

Alcuni rimedi naturali si sono rivelati dannosi

Anzi alcune volte, anche in un recente passato, si è verificato l’esatto contrario: le cose naturali si sono dimostrate più pericolose di quelle sintetiche.

E’ ad esempio il caso dell’ormone della crescita, il GH, che estratto naturalmente dalle ipofisi poteva essere causa, anche dopo molti anni di pericolose malattie, mentre lo stesso ormone sintetizzato chimicamente, essendo più puro, non era altrettanto pericoloso.

Un altro esempio ci viene dalla Fidia, una famosa ditta farmaceutica di Abano Terme che per sintetizzare il suo farmaco più venduto, il Cronassial, usava il cervello dei bovini.

Tale procedimento, che del resto era permesso solo in Italia e Spagna ha dovuto essere sospeso perché l’uso della sostanza poteva essere correlato alla sindrome di Guillan Barrè o ad altre malattie dovute a virus neurotropi di cui si ignorava l’esistenza.

E’ certamente vero che l’uomo deve seguire la natura, ma perché questa parola non sia solo un suono vuoto e tanto di moda, bisogna che ci chiediamo: Qual è allora la natura dell’uomo?

Qual è la natura dell’uomo?

Fin dalla sua apparizione sulla terra l’uomo si è trovato a dover dialogare con la natura. Ha dovuto modificare la natura, ha dovuto imparare a non accettare sempre ciò che la natura aveva stabilito per lui. L’essere umano sembrerebbe essere l’unico animale la cui natura è quella di andare anche contro la natura. Se dovessimo accettare il verdetto della natura dovremmo accettare di morire, come fanno i leoni, non appena i denti si ammalano si cariano e non funzionano più. Non appena le forze cominciano a venir meno. Invece, proprio per assecondare la natura umana, fatta soprattutto di curiosità e di sete di conoscenza, l’uomo va contro la natura, costruisce le dighe che fermano e gli asserviscono l’immensa forza dell’acqua. Cerca di volare e non lo fa, secondo la natura degli altri animali, spiccando un salto un po’ più alto degli altri, ma lo fa costruendo quelle incredibili macchine volanti che violentano la forza di gravità ed attraversano il cielo. Arriva pure, novello Ulisse, incurante degli anatemi di chi lo vorrebbe immobile e pauroso, a mettere piede anche sulla luna. La natura dell’uomo sembrerebbe proprio quella di  andare contro natura.

  Eppure tutti noi, assieme al mito di Ulisse, soprattutto quando ci troviamo di fronte alla sofferenza, abbiamo anche il mito del buon vecchietto che, dopo averci ascoltato e sorriso bonariamente, (cosa che i medici spesso non fanno) ci consegna un sacchettino contenente delle erbe “Naturali” misteriose che non solo ci guariscono da tutti i disturbi fisici, ma ci fanno ritrovare anche quel magico equilibrio psichico alla base del nostro benessere. Tutti noi abbiamo in un angolo più o meno nascosto della nostra mente l’archetipo della buona vecchietta con i capelli bianchi che manipolando il nostro corpo e mormorando qualche preghiera ci ridona la salute e la pace perduta. Sarebbe troppo bello: non più code per raggiungere gli sportelli dell’Asl, non più le facce annoiate degli impiegati e dei medici di turno, non più l’attesa e la paura degli esami clinici di fronte ai quali siamo tutti ridotti a semplici numeri, ma il rapporto partecipato, benevolo e quasi magico con una persona buona e saggia. L’archetipo del vecchio saggio, del mago, dell’angelo custode. Abbiamo creato un sistema sanitario gigantesco, freddo, efficiente ma che non ci piace. Per questo i maghi, le cartomanti, gli operatori dell’occulto prosperano. Tutti o quasi tutti sappiamo che ciò che il mago ci dice non ha valore alcuno, ma preferiamo sentircelo dire ugualmente e paghiamo volentieri. Che sarà mai?

Allora viva l’omeopatia, viva l’erboristeria, viva l’orientalismo, viva lo Ying e lo Yang, l’agopuntura, I chakra, l’incenso. Almeno passiamo una mezz’oretta in santa pace senza stress e senza paure. L’omeopatia è una delle medicine alternative che afferma che se un principio attivo ha una certa azione biologica, quello stesso principio attivo diluito dieci volte è ancora più potente e se lo diluiamo all’infinito otteniamo un farmaco ancora più potente.

Tutto ciò è molto interessante e pittoresco, vi è solo una piccola obiezione da fare. Obiezione non di poco conto e che può essere espressa con una sola semplice parola: PERCHE’? Perché lo aveva detto anche Einstein è la risposta che ottengo spesso a questa domanda. Io credo che se riesumassero la salma del vecchio Albert lo troverebbero tutto contorto e raggomitolato su se stesso dal numero immenso di volte che ha dovuto rivoltarsi nella tomba per essere stato chiamato in causa a sproposito per problemi di questo genere.Forse più che Einstein l’omeopatia dovrebbe chiamare in causa Zenone, Democrito o Leibnitz.

Zenone di Elea sosteneva che la divisione infinita di un corpo ha come risultato lo zero, il niente e che quindi la molteplicità è un’opinione illusoria come affermava il suo maestro Parmenide. Per Democrito invece la divisione non è infinita ma si arresta ad un corpo non ulteriormente divisibile: l’atomo. Per Leibnitz il concetto di un corpo non ulteriormente divisibile è contraddittorio. La divisione o se vogliamo nel nostro caso la diluizione, allora è infinita, ma il suo risultato non è lo zero, se si ammette che i veri atomi della realtà, alla fine non sono realtà materiali, ma divengono “Forze rappresentative” cioè monadi. Dividendo all’infinito una sostanza si otterrebbe quel quid immateriale che è la forza rappresentativa di quella sostanza ed è probabilmente questa forza rappresentativa o energia specifica che potrebbe essere ricercata appunto dall’omeopatia.

Ancora una volta tutta questa teoria è molto interessante, ma presume un atto di fede anzi due. Il primo atto di fede riguarda l’esistenza di questi meridiani energetici, di queste linee di forza energetiche, il secondo atto di fede riguarda il fatto che la stimolazione di questi punti, la puntura di questi punti ristabilisca questo riequilibrio della nostra energia. In altre parole, perché pungendo un certo punto con un ago, questa azione determina il riequilibrio delle nostre energie? La nostra medicina occidentale non presuppone alcun atto di fede. Se uno scettico non credesse all’esistenza dei microbi sarebbe sufficiente farglieli vedere al microscopio. Se non credesse che gli antibiotici sono efficaci nell’inibire la crescita dei microorganismi, sarebbe sufficiente mostrargli che nei terreni di cultura su cui sono stati posti gli antibiotici a varie diluizioni la crescita delle colonie batteriche è inibita e che detta crescita è proporzionale alla concentrazione del farmaco usato.

La medicina orientale è molto suggestiva, da molta speranza ma ha bisogno di un atto di fede. Dove si trovano questi meridiani? Ad essi corrisponde qualche struttura anatomica o corrisponde solamente la loro idea, la mera supposizione della loro esistenza garantita solamente da una teoria?

La medicina occidentale ha cercato di spiegare l’efficacia analgesica dell’agopuntura presupponendo che la stimolazione di certi punti della superficie corporea determini l’increzione di sostanze simili alle endorfine. Purtroppo queste sostanze non si sono mai potute dosare dopo una seduta di agopuntura.

La medicina alternativa non limita sicuramente la propria azione all’effetto analgesico ma arriva addirittura a postulare che a certi distretti cutanei corrispondano certi organi corporei. Stimolando cioè certe zone del piede o del padiglione auricolare vi sarebbe una corrispondente stimolazione negli organi interni che troverebbero una loro rappresentazione in tali aree cutanee.

Certamente l’effetto della suggestione gioca un ruolo determinante in questo tipo di approccio. Come si spiegherebbe altrimenti che pungendo un punto di un padiglione auricolare si possa riuscire a ridurre il bisogno del fumo di sigaretta?  Tutto questo senza bisogno di nessuna dimostrazione. Basta dirlo. Evidentemente ci dev’essere molto bisogno di crederlo. Se io affermo che contemplando per 45 minuti al giorno una luce rossa posta a nord rispetto al mio punto di osservazione posso guarire il 98% delle malattie epatiche perché, in questo modo stimolo il quinto chakra, orbene, per il fatto stesso di averlo affermato diviene reale tutto ciò? Certo mi piacerebbe, sarebbe bello, mi farebbe sentire bene, ma è anche reale?

La risposta indignata che ottengo sempre a questo tipo di osservazioni è più o meno la seguente: “Non si può liquidare una medicina che trae le sue radici da una cultura antichissima semplicemente con queste banalissime e meccanicistiche dissertazioni. Non tutto può essere provato scientificamente, e non tutto quello che non può essere spiegato scientificamente è obbligatoriamente falso. “

Tutto questo non fa una grinza, io però ritengo che anche la parola – Antico- come la parola – Naturale – abbia in se qualcosa di magico, risvegli in noi quel bisogno di unità che la scienza moderna proprio per poter progredire ha dovuto distruggere. La scienza moderna ha dovuto cioè separare le parti dal tutto per poterle studiare indipendentemente prescindendo dalle varie interrelazioni tra di esse, e questo evidentemente ha creato una frattura che la nostra mente difficilmente ancor oggi può accettare. Ecco allora perché ci piace così tanto la parola -cultura antica- anche se non sembra che la cultura antica abbia avuto un contenuto di verità superiore alla cultura moderna. Nessuno può negare che l’affermazione -Il sole ruota intorno alla terra- sia antica e che l’affermazione – la terra è piatta-  sia ancora più antica e che appartenga ad una cultura antichissima. Pochi però potrebbero giurare sulla verità di tali argomentazioni. (Solamente l’on. Cossutta e pochi altri, vista la loro indiscutibile coerenza, potrebbero essere rimasti fedeli al sistema Aristotelico- Tolemaico.) 

Tuttavia se passiamo dal freddo mondo della scienza a quello della medicina ovvero a quello che ha a che fare con la sofferenza umana, avvertiamo ancora più struggente quel bisogno di unitarietà che la scienza moderna ha dovuto disgregare isolandone i vari aspetti e trattandoli come se fossero indipendenti l’uno dall’altro. Ecco perché l’approccio olistico orientale, per quanto indimostrabile, per quanto estraneo a quanto abbiamo studiato in lunghi anni di università troverà sempre in ogni tempo ed in ogni classe sociale un cospicuo numero di seguaci. Dopo tutto cos’è questa realtà che rincorriamo continuamente senza poter mai raggiungere? Anche la scienza moderna ha dovuto ammettere di procedere per postulati e per ipotesi. Non potremo mai conoscere l’essere formale di Cartesio o il – Noumeno- di Kant. Dopo tutto forse è meglio accettare che è dal sentimento e non dalla ragione che scaturisce la verità che interessa l’uomo. Allora basta esserne coscienti e se ci fa sentire bene, viva il Chakra, viva l’omeopatia, viva l’incenso. Se queste cose possono darci anche un solo briciolo di felicità o di speranza in più, allora perché no?

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