martedì, Marzo 19, 2024

Tumori: gli anticorpi bispecifici potrebbero essere la soluzione

Ormai da tempo si cerca una soluzione contro i tumori. Oggi grazie alla Johns Hopkins University potrebbe essere possibile sconfiggerli con i nuovi anticorpi chiamati “bispecifici”.

Nuovi anticorpi contro i tumori, come si comportano?

I nuovi anticorpi a doppia azione chiamati “bispecifici” possono legare la cellula tumorale e allo stesso tempo anche i linfociti T del sistema immunitario. In questo modo l’anticorpo diventa una sorta di ponte che facilita il riconoscimento e l’eliminazione delle cellule malate risparmiando quelle sane. La validità di questo approccio è dimostrata su cellule umane e modelli animali in tre diversi studi guidati dalla Johns Hopkins University. pubblicati sulle riviste Science, Science Immunology e Science Translational Medicine.

Primo studio

Nel primo lavoro, i ricercatori hanno utilizzato un tumore localizzato per lo più nel nucleo delle cellule e per questo irraggiungibile per molte terapie. Si tratta della proteina p53: un oncosoppressore che in molti tumori risulta mutato e spento. Nei topi malati di mieloma multiplo, gli anticorpi bispecifici sono riusciti a riconoscere e legare la proteina mutata anche quando era presente in minime quantità sulla superficie delle cellule tumorali permettendo ai linfociti T di eliminarle in modo selettivo

Secondo studio

Il secondo studio è stato condotto su cellule umane prelevate da tumori di polmone e pancreas. In questo caso gli anticorpi hanno dimostrato di poterle distruggere in maniera mirata colpendo un altro target molto elusivo, la proteina mutata RAS.

Terzo studio

Realizzato su cellule umane e topi con diversi tipi di leucemia e linfoma questo studio dimostra l’efficacia di anticorpi bispecifici diretti contro due bersagli molecolari presenti sui linfociti T malati. In questo modo essi vengono colpiti risparmiando quelli sani.

I risultati promettenti

Questi risultati indicano che la ricerca sugli anticorpi bispecifici potrebbe portare a una nuova immunoterapia più facile da usare perché non richiede di essere personalizzata. Per realizzare appieno il potenziale di questi nuovi anticorpi però, ci sono ancora diversi problemi da risolvere. L’immunologo Jon Weidanz dell’Università del Texas nel suo editoriale su Science osserva ad esempio che gli anticorpi sono piccole molecole che finiscono per essere eliminate in fretta dal sangue. Per questo motivo bisognerà immaginare una formulazione o un metodo di somministrazione che permetta di mantenere nel tempo una concentrazione adeguata del farmaco in circolazione.

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