venerdì, Marzo 29, 2024

Trump non arretra sul muro. Pronto a dichiarare emergenza nazionale

Il Presidente degli Stati Uniti durante un viaggio in Texas, ha dichiarato ai giornalisti di essere pronto a dichiarare lo stato di emergenza nazionale per ottenere i 5,7 miliardi di dollari che servono per costruire il muro con il Messico.

Mentre gli esperti si dichiarano scettici sulla possibilità che questa decisione possa superare i ricorsi in tribunale, Trump dichiara di avere “tutti i diritti” per farlo, scavalcando così il Congresso e l’opposizione democratica.

La dichiarazione di stato d’emergenza, negli Stati Uniti, conferisce al Presidente alcuni poteri speciali qualora lo Stato sia “effettivamente invaso, o in un pericolo così imminente che non ammette ritardi”, prevedendo dunque l’impossibilità del Congresso di fare alcuna opposizione.

Il National Emergencies Act del 1976 (che regola questo processo a livello federale), prevede che lo stato di emergenza decada dopo 90 giorni dalla sua proclamazione, anche se può essere rinnovato un numero illimitato di volte.

Secondo la Cnn, tramite questo atto il tycoon dirotterà i fondi che erano stati stanziati per gli aiuti al Texas e a Porto Rico, colpiti dagli uragani, per utilizzarli nella costruzione del muro.

Il pretesto, per Trump, sarebbero dunque i flussi migratori provenienti dal Messico, al cui confine è in corso “una crisi umanitaria, una crisi del cuore e una crisi dell’anima“, come dice durante un discorso alla nazione.

I numeri sull’immigrazione, tuttavia, ci dicono tutto il contrario, poichè nel 2018 gli ingressi al confine con il Messico hanno raggiunto il minimo da almeno 10 anni.

Secondo i democratici Trump dovrebbe tuttavia dimostrare l’esistenza di un’effettiva emergenza al confine, e sono pronti dunque a presentare una serie di ricorsi legali.

Viste le perplessità espresse anche da membri del suo partito, tra i quali il senatore John Thune, sulla legalità dell’atto, quella di Trump sembrerebbe più che altro una minaccia ai democratici, per spingerli a trovare un accordo sulla legge di bilancio, la cui mancata approvazione, proprio a causa dei contrasti riguardo il finanziamento del muro, ha portato allo shutdown che da settimane paralizza l’attività federale.

Il Presidente, sempre durante il suo discorso alla nazione, accusa infatti i democratici e si dice pronto a trattare con loro dopo aver accettato la loro richiesta di una barriera in acciaio anzichè in cemento.

La speaker della Camera Nancy Pelosi, democratica, ha però smentito le parole di Trump, sottolineando che i dem non hanno mai chiesto che il muro venga realizzato in acciaio, e ha intimato al Presidente di smetterla di tenere in ostaggio la nazione.

Secondo i democratici l’incontro tra Trump e i leader dem, per trovare un accordo, si sarebbe concluso con un nulla di fatto perché il 45° Presidente avrebbe abbandonato furiosamente la riunione.

Il tycoon ha tuttavia bollato queste ricostruzioni come fake news e dichiara: “Non ho sbattuto i pugni sul tavolo, non ho alzato la voce, non ho avuto scatti d’ira. Sono uscito con molta calma dalla stanza e con molta calma ho detto: ‘Se non ci date confini forti bye-bye’. Poi me ne sono andato. Non ho inveito, non ho sragionato”.

Sembra, dunque, che bisognerà ancora attendere a lungo per il superamento dello shutdown, che, secondo le stime del capo dei consiglieri economici della Casa Bianca, costa all’economia Usa circa 1,2 miliardi di dollari alla settimana.

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