Trump annuncia: il leader n.2 di Al-Qaeda, Al-Raymi, è stato ucciso

Il presidente Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti hanno ucciso il leader di Al Qaeda, Al-Raymi, nella penisola arabica.

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Qasim Al-Raymi, capo del gruppo jihadista dal 2015, è stato ucciso nello Yemen nel corso di un’operazione americana con l’utilizzo di droni.

Il leader jihadista era stato collegato a una serie di attacchi all’Occidente negli anni 2000 ed era già stato identificato prima degli attentati dell’11 settembre.

AQAP è stata costituita nel 2009 da due correnti di Al Qaeda, in Yemen e Arabia Saudita, con l’obiettivo di attaccare i governi sostenuti dagli Stati Uniti ed eliminare ogni sostegno da parte dei Paesi Occidentali nella regione.

Quando è stato ucciso?

Già a fine di gennaio, circolavano voci della sua uccisione, ma AQAP il 2 febbraio ha diffuso un messaggio con la voce di Raymi che però potrebbe essere stato registrato tempo prima.

Il raid è stato condotto un mese fa e solo adesso arriva la conferma della Casa Bianca, secondo cui il leader jihadista sarebbe stato colpito nel centro dello Yemen lo scorso 8 gennaio.

Per ordine del presidente, gli Usa hanno concluso un’operazione antiterrorista nello Yemen che ha elimitato il leader di al-Qaeda Qasim al-Raymi“….”La sua morte degrada ulteriormente AQAP e il movimento globale di al-Qaeda e ci avvicina all’eliminazione delle minacce che questi gruppi rappresentano per la nostra sicurezza nazionale“, così si legge si legge nella nota della Casa Bianca.

La Cia aveva individuato la sua collocazione già a novembre e il dipartimento di Stato americano aveva posto sulla sua testa una taglia di 5 milioni di dollari per chi avesse fornito informazioni utili alla sua cattura e di 10 milioni di dollari a chi avesse favorito la sua eliminazione.

Chi era Al-Raymi

Raymi era istruttore in un campo di al-Qaeda in Afghanistan negli anni ’90. Si trovava in Yemen dal 2004, dove è stato in prigione per cinque anni con l’accusa di aver pianificato l’uccisione dell’ambasciatore americano nel Paese e aver tentato di attaccare cinque ambasciate straniere nella capitale.

Si ritiene che si sia occupato lui stesso della formazione di al-Qaeda nello Yemen.

La maggior parte degli attentati ad esso riconducibili sono stati compiuti nello Yemen, dove ha approfittato dell’instabilità politica che ha afflitto il Paese per anni.

Si pensa che sia stato fautore di un gran numero di attacchi in Yemen e in Arabia Saudita, in cui hanno perso la vita centinaia di persone, nonché di una serie di attentati, perpetrati con bombe aeree contro gli Stati Uniti, tempestivamente sventati.

La sua uccisione rappresenta un duro colpo alla cellula yemenita, la più potente dell’intera Rete di Al-Qaeda.