Transizione elettrica, Bruxelles: cerchiobottismo continentale

Il Commissario UE al mercato interno rilascia dichiarazioni che la dicono lunga sulla politica continentale della mobilità

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Auto elettriche per neo patentati
Quali sono le vetture elettriche per i neo patentati.

Per Bruxelles la transizione elettrica sta diventando un dogma? Forse, almeno a giudicare dall’ultima uscita di uno dei suoi commissari. Il turno è del responsabile al mercato interno, tale Thierry Breton, il quale ha confermato l’impianto continentale d’imporre solo ed esclusivamente auto elettriche. Tuttavia, in un’intervista a La Stampa, in occasione di un incontro con i vertici di Stellantis a Torino, ha voluto mettere i puntini sulle “i”. A modo suo, potremmo dire.

Transizione elettrica: cos’ha detto il commissario di Bruxelles?

Come ha riportato Quattroruote, Breton ha ribadito che i motori termici saranno banditi dal 2035, ma ha fatto dei distinguo. “Io non incoraggio i costruttori ad accelerare, perché altrimenti rischiamo di pagare un prezzo più caro per la transizione“, ha detto. “Voglio inoltre assicurarmi che questo non impedirà alle imprese di vendere le auto con motore a combustione fuori dall’Europa dopo il 2035. Penso al mercato americano, africano o asiatico. Anzi, io li incoraggio a farlo. Ovviamente con norme per renderle meno inquinanti“. Breton ha precisato che il bando alle endotermiche riguarda solo la vendita, e non la produzione. I costruttori possono continuare a sfornare pistoni per quei mercati, come quello africano e americano, dove la transizione sarà meno veloce che in Europa. Breton, inoltre, riconosce che le politiche pro elettrico avranno un impatto sull’occupazione, con perdite di posti di lavoro. “Il passaggio alle auto elettriche potrebbe significare centinaia di migliaia di posti di lavoro distrutti lungo la filiera: per l’Ue, circa 600 mila“, ha detto. Il settore più a rischio è quello della componentistica, il quale avrà più difficoltà a riqualificare la forza lavoro. Insomma: sappiamo che sarà un casino, ma non torniamo indietro.

Un colpo al cerchio e uno alla botte

Arriviamo a questa conclusione per una ragione semplicissima: se questa transizione forzata è un problema, perché insistere? L’Unione Europea sta dando messaggi ambigui all’industria dell’auto in queste settimane. In primis, decidono unilateralmente di obbligare il settore a produrre auto elettriche. In seguito ci ripensano (in parte), e propongono un tavolo per discutere delle cose. Ma senza togliere il bando arbitrario che fa impazzire tutti. Il classico cerchiobottismo da burocrati, alla estrema ricerca di papocchi che puntano ad accontentare tutti, senza riuscirci. È chiaro che qualcuno a Bruxelles ha sbagliato: ci vorrebbero delle dimissioni.


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