La transizione elettrica auto, se effettuata con le modalità previste dalle istituzioni europee, rischia di far saltare mezzo milione circa di posti di lavoro. Un allarme che è stato rilanciato di recente dalla Clepa (European Association of Automotive Suppliers). L’associazione dei fornitori ha commissionato una ricerca sul tema alla società di consulenza PwC, e i risultati sono tutt’altro che confortanti per molti lavoratori dell’industria automobilistica.
La transizione elettrica auto può far perdere il lavoro a 500mila persone
Lo studio ribadisce l’importanza della transizione elettrica auto per ridurre le emissioni di gas serra. Tuttavia, diverse persone potrebbero perdere la propria occupazione soprattutto nel settore della produzione dei motori. La Clepa a tal proposito ha sottolineato: “Un approccio (alla mobilità) basato esclusivamente sui veicoli elettrici porterebbe alla perdita di mezzo milione di posti di lavoro nell’Unione europea”.
La produzione di batterie potrebbe non bastare a salvare i posti di lavoro
Dalla ricerca si apprende che l’obiettivo europeo di avviare una catena di produzione di batterie per scongiurare la crisi occupazionale non basterebbe. Le 226mila nuove figure lavorative che verrebbero create per produrre motori elettrici e accumulatori avrebbero come conseguenza circa 275mila licenziamenti entro il 2040. Una situazione che andrebbe a peggiorare se fosse approvata la proposta della Commissione Europea di mettere da parte le vetture endotermiche entro il 2035. In questo caso almeno 501mila posti di lavoro diventerebbero obsoleti. Tra questi, si stima che circa 359mila dipendenti si ritroveranno senza un’attività tra il 2030-2035. Dunque la Clepa ritiene fondamentale che ci sia una differenziazione tecnologica nella fase di transizione elettrica auto.
Auto elettriche: posti di lavoro a forte rischio?
Come scongiurare la crisi del lavoro nell’industria automobilistica elettrica?
La Clepa ha affermato che sarebbe il caso di avviare una produzione che comprenda diverse tecnologie per la transizione elettrica auto. In questo modo tutto il settore avrebbe maggior tempo per adattarsi al cambiamento ed anche per alleviare: “Il disagio sociale spesso associato a cambiamenti improvvisi, senza compromettere il clima”. L’associazione ha suggerito: “Una transizione pianificata e ponderata che consista in un approccio tecnologico misto mantiene aperte le opzioni per adeguarsi ai nuovi sviluppi, siano essi innovazioni tecnologiche, eventi geopolitici o disponibilità di risorse e, allo stesso tempo, presenta significative opportunità di creazione di valore nell’industria automobilistica, uno dei maggiori asset industriali europei”.