Una famiglia egiziana, promette in sposa la figlia di 15 anni, a uno sconosciuto di dieci anni più grande. l’adolescente sconvolta e turbata dalla notizia tenta il suicidio, tagliandosi le vene dei polsi. su provvedimento del Tribunale dei Minori, e inserita in una comunità protetta. La giovane studentessa di origine Egiziane si è confidata con una compagnia di classe che l’ha convinta a rivolgersi alla polizia per denunciare quello che le stava accadendo nella sua famiglia. La madre della adolescente è stata segnalata alla procura. La quindicenne ha spiegato che il fidanzamento si sarebbe svolto dopo tre giorni e che era tutto pronto: dal banchetto nuziale al vestito rosso al viaggio in Egitto. La madre le avrebbe detto che non sarebbe più andata a scuola e che, una volta nel suo paese, non avrebbe più potuto ribellarsi a certe tradizioni islamiche.
Il dramma delle spose bambine in Italia cresce a vista d’occhio, i casi salgono a 2 milioni di casi l’anno. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite in Bangladesh, Ciad, Guinea, Mali, Mozambico e Niger una ragazza su dieci ha un figlio prima di quindici anni. Le spose bambine sono ovviamente le prime vittime. Private del diritto all’infanzia, al gioco, allo studio, ma anche alla possibilità di scegliere, di amare, di decidere della propria vita e del proprio corpo. Schiave di padri, prima. Di mariti, ma anche di suocere e cognate. Oltre sette milioni di madri l’anno, di cui due milioni minori di quindici anni. non hanno una scelta, quanto dell’assenza di scelte, di circostanze al di fuori del controllo delle giovani. Riflettono l’impotenza, la povertà e la pressione subita da partner, pari, famiglie e comunità. Inoltre, in troppi casi, sono il risultato di violenza sessuale e coercizione.
Una realtà dalla conseguenze spesso drammatiche. Ogni anno almeno 70 mila adolescenti perdono la vita per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. Senza dimenticare i figli, le alte vittime del fenomeno.
