Gli esperti e appassionati di linguistica, durante gli anni di studio, non possono aver dimenticato il nome di Niccolò Tommaseo; linguista, scrittore: in molti modi egli ha dato ausilio alla causa italiana.
Cosa fece Tommaseo per la lingua italiana?
Oggi, il giorno della sua morte, avvenuta proprio il 1 maggio 1874, ricordiamo colui che diede il contributo essenziale per la stesura di due opere straordinarie: il Dizionario della Lingua Italiana e il Dizionario dei Sinonimi.
L’esilio
Tra Padova, Milano e infine Firenze, Tommaseo lavorò come giornalista e saggista. Proprio a causa di un articolo in cui sosteneva la rivoluzione greca, fu costretto dal governo austriaco ad un esilio forzato a Parigi. Furono questi gli anni in cui maturò un profondo amore per la poesia, una poesia che subiva, anche se malvolentieri, l’influenza leopardiana, poeta che Tommaseo non gradiva a causa della sua “noiosa sventura”.
Le opere di Tommaseo
Ricordiamo: Dell’Italia; il volume di versi Confessioni una risposta ai Canti leopardiani, secondo alcuni studiosi; Il Duca di Atene; il Commento alla Divina Commedia e le Memorie Poetiche. Tornato in Italia, a Venezia, lavorò al suo romanzo: Fede e bellezza, personale e brillante anticipazione di un possibile romanzo psicologico. Trascorse anche un breve periodo in carcere tra il 1847-48 a causa di alcuni dissensi che avevano come oggetto la limitazione della libertà di stampa. Il Dizionario della Lingua Italiana venne completato solo in seguito alla sua morte; questo venne scritto in collaborazione con Bernardo Bellini.
Ad oggi, molte città italiane come Roma, Venezia e Firenze simboleggiano, grazie alle statue a lui dedicate, l’importanza di questo uomo e il contributo culturale che ha fornito alla nostra società.
