giovedì, Aprile 18, 2024

Tiziano Terzani, nasceva oggi il grande giornalista e scrittore

Tiziano Terzani nasceva il 14 settembre del 1938, a Firenze. Un grande giornalista, animato dalla sete di sapere e dalla spinta a divulgare questo sapere.

Tiziano Terzani è stato anche uno scrittore di fama internazionale. I suoi libri, il cui contenuto è fornito dalle proprie esperienze personali, sono coinvolgenti e fanno luce su numerosi aspetti della sua vita e del suo pensiero.

Un inarrestabile desiderio di andare alla ricerca dei “perché” su cui ci si interrogava maggiormente e il coraggio di documentare il vero, nonostante tutto.

Tiziano Terzani ha, senza dubbio, lasciato ai posteri un’eredità di pensiero e di sapere a dir poco preziosa.

“Questo è un grande concetto che la cultura occidentale ha dimenticato ma che aveva in sé: che tutto è uno. Questa idea della dicotomia è del tutto sbagliata… L’universo è l’armonia degli opposti. Perché non c’è acqua senza fuoco, non c’è femminile senza maschile, non c’è notte senza giorno, non c’è sole senza luna, non c’è bene senza male”

Gli Inizi: i primi viaggi e gli esordi come giornalista

Tiziano Terzani nasce in una famiglia umile e modesta. Studente brillante e perspicace, sin da bambino dimostra un’intelligenza elevata. Tant’è che, dopo il liceo, tenta il difficile concorso di ammissione al collegio Medico-Giuridico, a Pisa. Solamente cinque posti disponibili, lui arriva secondo.

Si iscrive alla facoltà di legge. Purtroppo, dopo la laurea non riesce a coronare il sogno di proseguire i suoi studi universitari. Infatti, l’anziano padre viene colto da una trombosi che gli impedisce di lavorare. A causa delle difficoltà economiche Tiziano si mette al servizio della sua famiglia, cerca un lavoro e lascia gli studi.

Trova un impiego presso la Olivetti ad Ivrea. Inizialmente, non trova facile accogliere il suo destino, salvo poi andare incontro ad una vera e propria svolta.

Infatti, viene scelto insieme ad altri coetanei, per un posto di lavoro all’estero. La Olivetti possedeva numerose filiali in tutta Europa. Così Tiziano Terzani inizia a viaggiare e riscopre una passione folgorante.

Questo suo nuovo impiego lo porta così ad attraversare l’Europa, a scoprire posti nuovi e a sperimentare nuovi stili di vita, a conoscere nuove persone, a conoscere il resto del mondo. Danimarca, Olanda, Portogallo etc.

Nel 1965 Terzani vola in Sud Africa. Qui viene a contatto, vede con i propri occhi, un paese dilaniato dall’Apartheid. Inizia a creare dei reportage che documentano la situazione allora attuale. Il suo lavoro, pubblicato sul settimanale “L’Astrolabio” conosce un successo inaspettato, enorme.

Sono tutti concordi sul fatto che il suo sia un talento innato. Talento che non si arresta alla scrittura ma anche all’arte di rendere, visivamente, quanto riportato per iscritto. Le sue fotografie, l’occhio con cui le coglie e le parole con cui le accompagna colpiscono e affascinano.

La Prima vera svolta: Singapore e l’Oriente

Dopo una serie di viaggi in Australia e Thailandia e dopo aver conseguito la seconda laurea presso la Columbia University, Terzani prende una decisione che cambierà la sua vita. Si licenzia dalla Olivetti ed inizia a lavorare come giornalista pubblicista presso il quotidiano “Il Giorno“.

Inizia la sua ostinata “lotta personale” per essere inviato in Oriente, terra che da anni lo affascina e lo rapisce. Non riuscendo nel suo intento, si dimette da “Il Giornale” ed inizia, poco dopo, una collaborazione con il giornale “Der Spiegel“. Finalmente ottiene il lavoro da sempre sognato: inviato per un anno a Singapore con competenza sull’Estremo Oriente.

Così, nel 1972, Tiziano Terzani giunge a Singapore. i suoi viaggi sono inarrestabili: dal Vietnam alla Cambogia e dal Laos alla Thailandia. Vede, documenta e riporta quanto accade in queste terre, lontane, esotiche e sconosciute ai più in Europa. Collabora, infatti, con numerose testate, tra cui anche “L’Espresso“.

La Guerra in Vietnam, l’arresto in Cambogia e molto altro

Nel periodo che va tra il 1975 ed il 1979 Tiziano Terzani conduce una vita, a dir poco, movimentata. Più del solito.

Nel tentativo di raggiungere la capitale della Cambogia, viene arrestato in quanto sospettato di essere una spia per conto degli americani. Da questa traumatica esperienza nascerà un libro, “Giai phong! La liberazione di Saigon“. Terzani è molto toccato dalla situazione in Cambogia, tocca con mano l’orrore che si sta consumando. Documenta tutto per amor di conoscenza, i suoi reportage sono crudi ma veri, reali. Per questo riscuotono tanto successo. Il coraggio che anima chi li realizza non passa di certo in secondo piano.

E finalmente la Cina

Solamente nel 1980 Terzani corona il sogno di una vita. Apre infatti il primo ufficio della redazione di “Der Spiegel” a Pechino.

Esplora il paese da cima a fondo. Non vuole perdersi nulla di quella terra, sognata per anni. Anche qui, prosegue la sua missione di reporter e spesso sfugge al controllo, ed alle norme imposte dal regime comunista. Trasmette, oltre i confini del paese, informazioni che il regime non voleva trapelassero.

Documenta la reale circostanza di un paese ridotto in povertà, dove la maggioranza della popolazione vive di stenti, “prosciugata all’osso” dalla dittatura di Mao. Terzani scrive, fotografa e diffonde. Apre gli occhi e le menti di chi legge. Porta a galla verità scomode e realtà che, altrimenti, sarebbero rimaste nell’ombra.

Per questo, ad un certo punto, viene addirittura arrestato con l’accusa di “crimini controrivoluzionari“. Solo grazie all’intercessione di Sandro Pertini, Terzani viene liberato ma espulso, a vita, dal paese.

Il Giappone ed altre avventure

Sbarrate le porte della Cina, Terzani decide di trasferirsi con la famiglia a Tokyo. La recente delusione, lo porta a sviluppare un disturbo di depressione che gli impedisce di svolgere al meglio il suo lavoro. Tuttavia, la passione per il “fare informazione” rimane viva, è una fiamma inossidabile. Inizia così a seguire le sorti delle Filippine, alle prese con il dittatore Marcos.

Nel 1991, tenta di raggiungere, questa volta, la Russia. Più precisamente, Mosca. Inarrestabile, Terzani è deciso a documentare la situazione sviluppatasi in seno al colpo di stato contro Gorbačëv. Non si lascia spaventare dalle difficoltà nell’affrontare quel viaggio. Anzi, ne fa tesoro. Le esperienze relative a questa “trasferta” diventano infatti materiale per un altro libro, “Buonanotte, signor Lenin“. È la fine dell’Impero comunista in U.R.S.S.

Gli ultimi viaggi

Nel 1994 troviamo Terzani in India, a Delhi. Questa volta si dedica a documentare ed analizzare i fatti relativi alla democrazia indiana. Stanco ed ormai provato, sceglie nel 1996 di lasciare l’incarico e si dimette dal giornale.

Conclude così una carriera lunga 25 anni, costellata da successi e soddisfazioni. Oltre duecento i reportage realizzati da Terzani, un’infinità di articoli e numerosi romanzi. Insomma, dire che Tiziano Terzani è un autore prolifico, sarebbe quanto meno riduttivo!

Nel 1998 viene pubblicata una raccolta contenete i suoi migliori articoli.

Ultimi anni, malattia e morte

Tiziano Terzani è malato, negli ultimi anni della sua vita. Gli viene, infatti, diagnosticato un tumore. Si ritira, agli albori del nuovo millennio (nel 1999) sull’Himalaya dove si dedica alla scrittura ed alla cultura.

Negli ultimi anni, però, non si arrende alla stanchezza causata dalla malattia. Gli eventi che scuotono i primissimi anni del 2000 lo tormentano. L’undici settembre di New York e lo scoppio della guerra in Afghanistan lo portano, ancora una volta, sul campo.

Torna agli inizi e, da freelance, descrive e documenta gli orrori del conflitto, l’atrocità della guerra. Raccoglie i suoi relativi pezzi in un volume dal titolo “Lettere contro la guerra“.

Nel luglio del 2004, il 28, muore circondato dall’affetto dei suoi cari. Una vita che viene presa ad esempio. Le cui imprese sono oggetto di documentari e film. Il pensiero di Terzani aleggia attuale e sempre valente.

Alcune citazioni per comprendere il pensiero di Tiziano Terzani

“In tutta la mia vita ho visto rivoluzioni fallite. L’Unione Sovietica, i massacri di quel regime in nome di un sogno, un grande sogno orribile, un incubo… Risultato: una grande povertà sia materiale che spirituale. Allora forse è il momento di pensare che la sola rivoluzione che è possibile fare è dentro di noi, cominciare da noi”.

La capacità di usare le parole, di scegliere quelle giuste ed inserirle nella giusta posizione. Un’arte.

“Violenza produce violenza, non c’è niente da fare. Per questo anche il mio essere vegetariano è una scelta morale. Ma come si può allevare la vita per ucciderla e mangiarsela, come si può ottenere in delle spaventose gabbie migliaia e migliaia di polli a cui si debba tagliare il becco perché non becchino le galline che gli stanno a fianco… Tutto per ingrassare, tutto perché possiamo avere anche noi parte di questa realtà… Hai mai sentito le urla di un macello di maiali? Come puoi mangiare i maiali?”.

Induce tutti ad una riflessione, nessuno escluso. Condivisibile o meno il suo pensiero, il suo modo di esporre le questioni impone il dibattito, obbliga a pensare ed a prendere in considerazione ogni aspetto, oltre la propria personale opinione.

“Mi sono reso conto che in verità non volevo una medicina per il mio cancro. Volevo una medicina per quella malattia che è di tutti che non è il cancro, ma la mortalità… Per me questo cancro è stata una grande benedizione, perché ero ricaduto nella routine della vita, e questo cancro mi ha salvato”

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