venerdì, Marzo 29, 2024

Terremoto di Concepción in Cile e la presenza di Darwin

ll terremoto di Concepción in Cile avvenne il 20 febbraio del 1835. Si trattò di un evento catastrofico che si verificò nella zona centro-sud del Cile con una magnitudo estimata di 8,5 e una durata all’incirca due minuti.

Terremoto di Concepción in Cile: le conseguenze

Il sisma provocò la distruzione di quasi tutte le costruzione della città di Concepción (comprese la cattedrale, le chiese e gli edifici del governo locale) e la morte di almeno 50 persone.
In mare, al largo, il terremoto innescò uno tsunami che interessò una vasta zona e causò la distruzione del porto di Talcahuano.
L’evento fu avvertito dal naturalista inglese Charles Darwin, chi si trovava a Valdivia distante 340 km in linea d’aria dall’epicentro. Egli dichiarerà di aver assistito a «il più forte terremoto che i più vecchi abitanti [della città] ricordano»

Terremoto di Concepción in Cile: la testimonianza di Darwin

«Mi trovavo a terra, sdraiato nella foresta per riposarmi. Arrivò improvvisamente e durò due minuti (che sembravano molto più lunghi). La scossa sembrò a me e al mio compagno venire da est. Non era difficile rimanere in piedi ma il movimento mi procurò un capogiro. La sensazione potrebbe essere paragonata a quella che si prova quando si pattina su uno strato di ghiaccio molto sottile».

Sulla spiaggia una donna anziana nota e racconta a Darwin che il mare si è rapidamente spostato dal livello dalla bassa marea a quello dell’alta marea, per ritornare subito dopo sui suoi passi.         

Darwin si rende conto (come scrive nei Viaggio di un naturalista intorno al mondo) che il terremoto ha seriamente danneggiato le abitazioni. Il sisma doveva essere stato tremendo come peraltro si poteva notare da «l’orrore dipinto sui volti di tutti gli abitanti».

Terremoto di Concepción in Cile

Terremoto di Concepción in Cile:Darwin e le sue osservazioni scientifiche

Per Darwin l’esperienza assume un significato anche scientifico. Il giovane è un valente geologo. Non gli sfuggono, perciò, i forti movimenti del suolo conseguenti al sisma: «numerosi blocchi di roccia – scrive – che, a giudicare dalle incrostazioni marine che vi aderivano, dovevano essersi trovati di recente in acque profonde, erano stati scagliati sulla costa e uno di essi era lungo un metro e ottanta, largo novanta centimetri e alto sessanta».

Sulla costa, oltre il limite dell’alta marea, egli trova cumuli di mitili e di altri molluschi bivalvi. Tutti morti, ma ancora freschi. E’ evidente: la terra si è sollevata di quasi un metro!

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