Terence Russo : oltre la disabilità

Molto piacere, io sono il poeta” così si presentava il piccolo Terence Russo ai genitori dei giovani pazienti che condividevano con lui le pareti della Pediatria dell’Ospedale Niguarda di Milano. Terence, sin dalla nascita convive con una disabilità motoria che lo ha costretto a trascorrere lunghi periodi in ospedale, dove il terrore della sala operatoria spesso veniva sublimato dal potere dei suoi versi innocenti, dalla grandezza del suo cuore e dalla soddisfazione di essere stato vincitore di molti premi letterari.

Terence Russo e la scrittura

Per me la scrittura è la voce dei miei pensieri, è la mia voglia di trasmettere a tutti la passione di scrivere…perché scrivere è sognare, è creare una nuova realtà.Quando io scrivo provo tante piacevoli emozioni perché penso a tante cose belle. A volte quando scrivo una poesia, ho l’impressione di scrivere una storia. Per me scrivere è una necessità, è il grande desiderio di scrivere un pezzo dell’avventura della mia vita”. Ogni persona incontrata nel suo cammino diventava origine e valorizzazione di un nuovo testo poetico. Una poesia contraddistinta dalla semplicità ma anche dalle grandi metafore capaci di rielaborare e sdrammatizzare i momenti più difficili della vita ed esaltare la bellezza della vita stessa.

Il SUO LIBRO

“Quando la poesia è vita la disabilità non conta più” con questo titolo Terence Russo ha pubblicato il suo primo libro di poesie, citato anche durante la trasmissione “Caduta Libera” condotta da Gerry Scotti su Canale 5 alle ore 19.00 del primo novembre 2021. La famiglia, gli amici, la speranza, il desiderio di amare e di essere amato e, soprattutto il desiderio di camminare con le proprie gambe, sono i temi descritti dal giovane poeta in un commovente incontro con quell’immensa voglia di vivere che vince anche la disabilità.


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LA SOLIDARIETA’

Terence Russo non è solo un poeta. Nonostante le difficoltà, ha frequentato con grande successo il Liceo delle Scienze umane. Nel frattempo, si è dedicato a preziose opere di volontariato proprio presso il reparto di Pediatria, che lo aveva visto più volte come paziente. Terence qui, accompagnato dalla madre, cercava in tutti i modi di consolare i genitori degli altri bambini prospettando per tutti, con belle parole, l’alba di un giorno migliore. Bussava alle porte di tutte le camerette, si presentava con grande garbo e diceva ai bambini: “Ce la farai, come ho superato io questi momenti li potrai superare anche tu” Si intratteneva con i genitori e raccontava le sue avventure di vita, con molta naturalezza e sempre con il sorriso negli occhi e nel cuore.

LA MADRE: MARIA GIORDO

Chi vuole volare, sa cercare le proprie ali” È questo il primo pensiero che mi viene in mente quando penso all’impegno della madre di Terence, Maria Giordo, nella lotta contro le barriere non solo architettoniche ma soprattutto della mente. Maria è il grande esempio di chi sa lottare per difendere i diritti dei più deboli, per questa ragione ha sempre cercato di creare, nel mondo intorno a sé, l’atmosfera della serenità dove nessuno è escluso. Non si arrende mai e continua ad incoraggiare il giovane Terence, ormai ventenne, verso la crescita e verso mete anche ambiziose. Per Maria ogni ostacolo è una sfida, una nuova opportunità! Sono questi i grandi esempi del coraggio che vince la paura, della forza di danzare sotto la pioggia e disegnare nel cielo il sole che brillerà.

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