“Tempo di Vivere” è un ecovillaggio nel bel mezzo delle prealpi Piacentine. La peculiarità del posto è data dalla condivisione che gli abitanti attuano fra i propri simili. Quindi viene messo da parte il concetto societario di individualismo e, si lavora tutti per il bene comune. Una ripartizione di responsabilità che nasce dallo stimolo di vivere in armonia con gli altri.
L’ecovillaggio come rappresentazione di convivialità?
Sono molti che decidono di abbandonare la vita caotica della città e dedicarsi in solitaria a luoghi ben remoti e lontani da tutto. Ma non è questo in primis l’obiettivo dell’ecovillaggio. Innanzitutto stiamo parlando di una cascina dell’Ottocento che, necessariamente, ci riporta indietro con la memoria. E se l’esperienza si rifa a qualche cosa di antico, non è da screditare che il principio, sia lo stesso. Infatti è da considerare il modo di vivere internamente a tale comunità. Cioè parliamo di un intenzionalità mirata alla condivisione con gli altri. Significa, fra le altre cose, la ripartizione di doveri lavorativi fra i gruppi che hanno deciso di lasciare la vita agiata e rimboccarsi le maniche a dovere. Lavorare la terra, bagnarsi di sudore, ma farlo con altrettante persone per un bene comune unilaterale.
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La perdita dell’individualismo
In tal modo l’individualismo non ha ragion d’essere. Non esiste più il solo senso di guardare “il proprio campo”, ma lo stesso deve fare parte di un’idea più ampia di rispetto reciproco e condivisione. Lavorare per una comunità significa porsi degli obiettivi collettivi, non perdere mai di vista che ogni individuo facente parte del gruppo è elemento sostanziale e fondamentale perché l’ingranaggio di tale “macchina”, vada avanti senza fermarsi mai. È di fatto una presa di coscienza ed una responsabilità estremamente grande verso il prossimo. Esso visto come opportunità di crescita e non come ostacolo. Ciò avviene spesso, per contro, nell’individualismo sociale.