venerdì, Luglio 11, 2025

Telegram: un app tra cospirazioni, fake news e criminalità

Dopo l’arresto di Pavel Durov, CEO di Telegram, l’app di messaggistica è al centro dell’attenzione. Secondo gli esperti, Telegram è un app tra cospirazioni, fake news e criminalità.

Telegram: un app tra cospirazioni e criminalità

Negli ultimi giorni, l’app di messaggistica Telegram è al centro dell’attenzione, dopo che il suo CEO Pavel Durov è stato arrestato a Parigi. Durov è accusato di aver permesso alla sua app di messaggistica di diffondere attività criminali. È accusato di una moltitudine di reati, tra cui frode, traffico di droga, cyberbullismo, criminalità organizzata, promozione del terrorismo e pornografia infantile.  

Telegram è definito da molti un app molto controversa dove vi è un’ampia diffusione di cospirazioni, fake news e criminalità. Secondo gli esperti, l’app, che ha oltre 900 milioni di utenti, regola i contenuti in modo molto meno severo rispetto ad altri servizi di messaggistica. L’app funziona anche quando Internet funziona a velocità estremamente lente, come quando i governi tentano di soffocarne l’utilizzo. Inoltre, è possibile creare gruppi di chat con un massimo di 20.000 partecipanti, consentendo la rapida mobilitazioni di folle molto grandi di persone. L’app promette inoltre agli utenti un livello di anonimato particolarmente elevato. Sebbene i clienti debbano registrare un numero di cellulare quando aprono un account, possono inviare un nome utente che può essere utilizzato senza consentire ad altri membri del gruppo di chat di vedere quel numero. Tutte queste funzioni rendono Telegram particolarmente interessante per determinati gruppi.

Una piattaforma di propaganda e un incubo per la privacy

Telegram, che è molto popolare tra i gruppi di opposizione che vivono sotto regimi autoritari, è diventata anche una piattaforma di propaganda. L’app è infatti diventata la piattaforma preferita dagli estremisti di destra per diffondere fake news e disinformazione. Ma non è tutto. Telegram attrae anche i criminali informatici. Secondo gli esperti, inoltre, Telegram non è affatto così sicura e anomia come la maggior parte degli utenti pensa, anzi, è tutto il contrario. A differenza dei servizi di messaggistica come WhatsApp o Signal, i contenuti su Telegram non sono crittografati end-to-end, cioè lungo l’intero percorso tra il telefono di un utente e quello dell’altro. Sebbene sia effettivamente possibile modificare le impostazioni per abilitare la crittografia end-to-end dei dati, non è molto semplice e non funziona per tutti i tipi di chat. “In pratica, ciò significa che tutto ciò che viene scritto sull’app viene archiviato sui server di Telegram, dove Durov e il suo team hanno pieno accesso”, ha affermato Jürgen Schmidt, direttore del sito tedesco di notizie IT heise online a DW, che in uno dei suoi articoli ha descritto l’app come un “incubo per la privacy”.


Leggi anche: Arrestato in Francia il fondatore di Telegram Pavel Durov

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