sabato, Aprile 20, 2024

Teheran rilascia Roland Marchal

Ieri nel giorno del capodanno persiano l’Iran ha rilasciato il ricercatore Roland Marchal durante uno scambio di detenuti tra Parigi e Teheran.
A dare l’annuncio è stato lo stesso ufficio della presidenza francese che ora esorta Teheran a scarcerare anche Fariba Adelkhah. 

Roland Marchal”, ha dichiarato in conferenza stampa il presidente francese Emmanuel Macron, “era in carcere in Iran dal giugno 2019”.
Il ricercatore, rientrato oggi in patria con un volo da Teheran, è stato rilasciando a seguito di un palese scambio di prigionieri tra i due Paesi dopo oltre nove mesi di detenzione con l’accusa di violazione delle leggi sulla sicurezza dello Stato.

Macron si è detto “compiaciuto” della consegna, ma le autorità stanno già facendo pressioni affinché venga liberata anche la connazionale e collega di Roland, l’accademica Fariba Adelkhah, attualmente in carcere.

Roland, che lo scorso anno si era recato in Medioriente per le sue ricerche sulla società iraniana post-rivoluzionaria, era stato arrestato all’aeroporto di Teheran con l’accusa di “diffondere propaganda” assieme alla collega franco-iraniana Fariba Adelkhah.
La ricercatrice, originariamente fermata con accuse di spionaggio poi ritirate, è tutt’ora imprigionata per gravi violazioni alla sicurezza del Paese.  

Roland e Adelkhah erano entrambi ricercatori del Center for International Research (CERI) dell’istituto Sciences Po Paris.

L’emittente nazionale iraniana ha reso noto che il ricercatore è stato consegnato presso l’ambasciata francese a Teheran a poche ore di distanza dal rilascio di Jalal Ruhollahnejad, ingegnere iraniano minacciato di estradizione negli Stati Uniti e nei confronti del quale le autorità francesi non hanno voluto fornire ulteriori commenti.

Parigi ha sempre rivendicato l’innocenza dei due ricercatori e chiesto l’immediata scarcerazione temendo per le loro vite.
Il professor Jean-François Bayart, membro del comitato di supporto Marchal e Adelkhah, ha dichiarato: “Accogliamo con sollievo l’arrivo di Roland Marchal a Parigi dopo quasi nove mesi di detenzione arbitraria in condizioni molto dure, ma siamo solo a metà strada”. 

La preoccupazione ora è per le sorti dell’accademica franco-iraniana Fariba Adelkhah soprattutto considerata la rapida diffusione dell’epidemia di coronavirus in Iran, uno dei Paesi più colpiti a livello internazionale che conta nella sola giornata di sabato oltre 1500 vittime del covid-19. 

La situazione della ricercatrice è però più complicata di quella del collega Roland proprio perché gli iraniani la considerano loro concittadina.

Béatrice Hibou, direttrice della ricerca presso il CNRS e aderente al comitato di supporto, a Franceinfo ha spiegato che “Le autorità iraniane, al pari di altri Paesi, non riconoscono la doppia nazionalità. Non hanno mai permesso visite consolari, considerando Fariba una iraniana” a tutti gli effetti.

Secondo le fonti francesi, la ricercatrice non sarebbe nella lista delle persone in procinto di essere rilasciate o alle quali può essere concessa una temporanea scarcerazione.
Ad aggravare la situazione è il fatto che non si sia stato ancora celebrato il processo che sarebbe dovuto iniziare i primi di marzo, rinviato per l’epidemia di coronavirus.

La Hibou ha poi aggiunto: “Anche se ci rincuora il fatto che l’Eliseo e la diplomazia francese abbiano immediatamente mostrato il loro appoggio a Fariba (…) la nostra lotta continua perché due sono gli obiettivi: riportare Roland Marchal e Fariba Adelkhah qui a Parigi nella loro comunità scientifica”. 

L’epidemia è particolarmente temuta nelle carceri per la difficoltà pratica di contenere i contagi nonché la scarsa adeguatezza delle strutture mediche presenti. 

Questo non è il primo caso di scambio tra prigionieri: da mesi, infatti, l’Iran sta scambiando cittadini iraniani detenuti perché già condannati, in attesa di processo o minacciati di estradizione negli Stati Uniti. 

Nel giorno “simbolico” del capodanno persiano l’Iran ha promosso il rilascio anche di altri detenuti come il cittadino britannico-iraniano Nazanin Zaghari-Ratcliffe, dipendente della Thomson Reuters Foundation, dopo che martedì aveva ottenuto il permesso temporaneo di uscire dalla prigione.

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