Se l’attuale mission del Teatro Verdi di Salerno è dare futuro alla lirica coinvolgendo giovani musicisti di ogni ordine e grado e nuovo pubblico si può dire che con il concerto Oren- Gibboni è stato centrato l’obiettivo. Più pubblico e più giovani in sala, con due giovani musicisti entrambi figli d’arte, la quattordicenne pianista Romane Oren ,timida e lieve fanciulla dal talento sottile, affiancata dal bel diciassettenne Giuseppe Gibboni , più nostrano ma di spessore, considerato un astro nascente del violinismo italiano, artista della Warner Classics ed attuale ambasciatore dell’Unicef , ebbe l’onore di suonare il diabolico ventiquattresimo capriccio di Paganini con uno Stradivari –Ex Scotland del 1734
Il programma del concerto molto ben strutturato e ben formulato ha condotto la giovane platea nel mondo fascinoso e sognante della musica classica con standing ovation finale. Dalle scene infantili di Fryderyk Chopin scherzo n.2, a Niccolò Paganini con due dei 24 capricci e the last rose of summer.
E’con variazioni su tema originale op.15 di Henryk Wieniawski che si raggiunge il vertice del concerto, e a cosa servono le parole se è la musica a parlare?
Ad intensificare le suggestioni un inedito e tenero papà, Daniel Oren, seduto affianco alla figlia nel ruolo di voltapagine , figura preziosa e determinante per la riuscita di un concerto.