venerdì, Marzo 29, 2024

Tate e premio Turner: puntuale polemica annua

Accade da quando esiste il premio Turner che la Tate di Londra crea scompiglio nel mondo dell’arte con le candidature all’ambito premio. La Tate è un complesso di quattro musei pubblici inglesi, due dei quali si trovano a Londra un altro è a Liverpool e uno in Cornovaglia. La sede centrale, il Tate Britain si trova nel Milbank a Londra. Il premio Turner è associato sin dalla sua istituzione, nel 1984, all’arte concettuale. Di anno in anno le polemiche sono cresciute ad ogni riconoscimento artistico concesso dal Tate. Non sempre l’arte concettuale è considerata “vera arte” dai puristi. Ma quest’anno pare che si sia esagerato un pò troppo.

Quali polemiche accompagnano il Tate e il premio Turner nel 2021?

Appena resi noti i finalisti al premio Turner dal Tate Britain, sembra che ci siano dei capovolgimenti notevoli tra vari campi di competenza. Per carità, qui si tratta di arte concettuale ossia la “creazione artistica predeterminata da un significato concettuale”. Ma il fatto contestato è che si sta sconfinando troppo in ambiti che non c’entrano con l’arte. Punto primo: tra i selezionati non c’è nessun artista individuale ma cinque collettive di artisti che lavorano in ambito sociale. Punto secondo: spostare troppo l’attenzione sui problemi sociali appare una forzatura. Colpire l’opinione pubblica sfruttando argomenti e temi sensibili come la psichiatria, i disagi sociali, l’ecologia, l’alimentazione appare come una operazione populista più che amore per l’arte nel suo significato primievo. L’arte è espressione del pensiero umano, se utilizzata per cavalcare una corrente redditizia toglie onore all’arte stessa.

Le motivazioni del Tate per le nomination ai collettivi del premio Turner

I selezionatori che hanno stabilito i finalisti hanno motivato le loro scelte adducendo alla pandemia, rea di aver impedito ai vari artisti di poter creare mostre personali. Ovviamente ci sono delle regole per accedere al premio Turner. Ma questa giustificazione del Tate ha scatenato varie polemiche. Certamente è vero che le polemiche sono la linfa stessa del motore che gira attorno al premio ma, questa, pare azzardata come scusa. Infatti, lascia sottintendere che a causa della pandemia nessun artista abbia potuto creare al chiuso del suo laboratorio. Teoria e giustificazione inadeguata. Nominando “l’enfant terrible” Damien Hirst, controverso vincitore del premio Turner nel 1995, possiamo confermare che ha lavorato e creato durante la pandemia, come si evince dalle notizie su internet.


A Palazzo Barberini “Tempo Barocco”


Chi sono i finalisti del premio Turner per il 2021?

I cinque gruppi finalisti che si contenderanno il premio di 40.000 sterline sono:

Coocking Sections, due artisti londinesi che si interessano di geopolitica ed ecologia legata al cibo.

Array Collective, provenienti da Belfast, hanno presentato un progetto legato all’aborto, ancora considerato un reato nell’Irlanda del Nord.

Gentle/Radical, gruppo del Galles che utilizza l’arte per incentivare cambiamenti sociali.

B.O.S.S., gruppo londinese composto da 18 persone che riunite sotto quest’acronimo riunisce membri della comunità di neri queer e trans che operano nel mondo del suono con installazioni audiovisive.

Projet Art Works, un gruppo di artisti “neurodiversi” con patologie come l’autismo, che mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sul disagio della diversità e a promuovere progetti creati da queste minoranze.

Quanto è valida la polemica?

Il sogno di qualunque artista è quello che la sua arte esca dalle sale di un museo o una galleria per raggiungere il mondo. Quando è il mondo con i suoi problemi che entra in questi luoghi imputati all’arte viene da pensare che qualcosa non va. Il capovolgimento di ruoli e competenze sfugge al controllo. Non si possono sfruttare i problemi che attanagliano il mondo per portare la gente nei musei. L’arte è amore per la bellezza, è affrancarsi dalle brutture del mondo. Schopenhauer sosteneva, a torto o a ragione, dipende dalla prospettiva, che l’arte consente di trasmettere allo spettatore una pausa di quiete dal mondo reale con il suo dolore. Forse, in questi tempi travagliati questo concetto del filosofo tedesco è da prendere in considerazione.

Cate Madapple
Cate Madapple
"Scientia potentia est: sapere è potere" è questo il mantra del giornalista che ad ogni nuovo giorno sa di sapere un po' di più.

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