È davvero possibile un taglio strutturale delle accise? Secondo Carlo Stagnaro, Direttore Ricerche e Studi dell’Istituto Bruno Leoni, c’è un margine.
Un taglio strutturale delle accise è possibile?
Carlo Stagnaro ha rilasciato un’intervista a Quattroruote, dove si rivela decisamente critico nei confronti dell’operato del Governo. “C’è spazio per un taglio strutturale delle accise, ma deve essere attentamente calibrato, per non replicare gli effetti perversi dell’attuale misura transitoria varata dal Governo” ha dichiarato.
Caro carburanti il taglio proseguirà fino a luglio
Un margine possibile
Abbiamo già accennato al parere di Stagnaro sul taglio strutturale delle accise. Alla domanda sul prelievo agli extra profitti delle compagnie petrolifere, invece, ha affermato che si tratta di “una misura disegnata male dal punto di vista tecnico”, poiché va a colpire un aggregato che nulla a che vedere con gli utili delle imprese. A suo parere è però anche dannosa, considerando che la cosa più importante è spingere le imprese ad aumentare l’offerta di prodotti energetici. Per questo, colpirle tanto duramente potrebbe azzerare gli incentivi all’aumento. Quanto alla tassazione energetica, ritiene sia più giusto uniformarla in proporzione al danno ambientale consumato dai singoli prodotti.
Revisione delle politiche energetiche
Interrogato in merito alle politiche fiscali agili che vorrebbero essere introdotte dal Fondo Monetario Internazionale, Stagnaro ha spiegato che non ritiene possa davvero essere l’occasione per una revisione generale delle politiche energetiche. “In teoria potrebbe, ma nella pratica mi sembra che nessun Paese stia affrontando la questione in questi termini” ha affermato. “Tutti ragionano come se fossimo di fronte ad un fenomeno transitorio, quando invece è piuttosto probabile che i prezzi delle commodity energetiche rimangano intorno agli attuali livelli per diversi anni”.
Parlando di rinnovabili
Anche le rinnovabili possono presentare delle difficoltà, perché “interventi come la tassa sugli extra profitti possono minarle alla radice”. L’elettrico e i biocarburanti stanno vivendo un momento favorevole: quanto all’idrogeno “sono più scettico, almeno nella mobilità privata”. Invece, ritiene che possa avere migliori prospettive per usi industriali e mobilità pesante. “Ma temo che la situazione allunghi i tempi, perché l’idrogeno può essere prodotto in due modi. A partire dal metano, che in questo momento è molto costoso: o con grande dispendio di energia a zero emissioni. Quest’ultima, rinnovabile o nucleare che sia, ha più senso utilizzata in questo modo che per alimentare processi di elettrolisi” ha aggiunto. E conclude affermando che nel medio termine le cose potrebbero cambiare, favorendo l’idrogeno.
L’idrogeno può essere impiegato nell’automotive?
L’ultima domanda riguarda sempre l’idrogeno, e in particolare un suo eventuale utilizzo nell’automotive. Stagnaro ritiene che la partita in Italia sia ancora aperta, poiché ancora non si è imposto uno standard tecnologico: per questo motivo il nostro Paese potrebbe trovare una sua specializzazione. Prosegue augurandosi che “non si uccidano in culla” le possibili idee imprenditoriali. “Lasciamo che siano l’ingegno degli imprenditori e l’interesse dei consumatori, non le preferenze di politici e burocrati, a dire se e quali opzioni meritano di essere perseguite”. Questa è la sua conclusione.