giovedì, Marzo 28, 2024

Sulle tracce di Moro. Virginio Rognoni ed il memoriale Moro


Le dichiarazioni di Virginio Rognoni

Nell’audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro, in data 13 giugno 1980, venne ascoltato il ministro dell’interno Virginio Rognoni. Nel ricordare che quest’ultimo, subito dopo le dimissioni di Francesco Cossiga, al ritrovamento del cadavere di Moro, gli subentrò al Viminale. Durante l’esposizione del ministro, che relazionò su tutti i risultati raggiunti, a quella data, dalle forze dell’ordine per individuare i responsabili della strage di via Fani e l’uccisione di Aldo Moro, venne precisato il ruolo svolto da Rognoni nella pubblicazione del cosiddetto “memoriale Moro”. Le parole del ministro “Credo di dover ricordare, per scrupolo, l’unica cosa che interessa la gestione che si riconduce alla mia responsabilità ed è la pubblicazione autorizzata dall’autorità giudiziaria del cosiddetto memoriale Moro che ho ricordato poco fa. In via Montenevoso il 1° ottobre si scopre questo memoriale. Abbiamo alcuni giornali, ma soprattutto alcune riviste, che ne pubblicano a singhiozzo alcune parti. Per stroncare una spirale obiettivamente carica di corruzione ho ritenuto di chiedere, come vi ho ricordato, anzitutto all’autorità giudiziaria che ne era in possesso, questo materiale e poi di pubblicarlo attraverso le modalità che ricorderete. MILANI – In che data? ROGNONI – Lo dirò subito. Tra l’altro su questo punto fu da me riferito ampiamente nel primo dibattito che si ebbe alla Camera il 24 ed il 27 ottobre 1978: una relazione che io feci soltanto alla Camera e non al Senato. I fatti sono questi ve li ricordo: il memoriale è stato da me richiesto, secondo le procedure che sappiamo, al Tribunale di Roma; è stato reso pubblico mediante la distribuzione ai giornalisti, avvenuta al Viminale dopo che l’autorità giudiziaria aveva rimosso l’ostacolo che ne impediva la divulgazione. L ’onorevole Milani mi chiede quando c’è stata questa divulgazione. Ebbene il memoriale fu ritrovato il 1° ottobre, io parlai alla Camera il 24 ottobre. Quindi la divulgazione avvenne tra il 1° e il 24 ottobre. Non ricordo esattamente la data. È stato reso pubblico mediante la distribuzione ai giornalisti. In quella occasione io distribuii la documentazione consegnatami. Ripeto questo punto perché c’è stata anche una polemica. La documentazione stessa consisteva in 49 fogli e la divulgazione è avvenuta mediante copia fotostatica di questi 49 fogli. Mi è stata allora posta la domanda perché questi fogli sono stati dati alla stampa con una progressione diversa di quella che risulterebbe dai verbali di perquisizione e di sequestro depositati in Tribunale a Milano. Dichiarai allora che i fogli consegnati dall’Ufficio istruzione di Roma non portavano un numero progressivo da 1 a 49; che l’ordine progressivo delle pagine, quale risultava dal verbale di sequestro — soggetto segreto, allora — non era da me conosciuto; che la fotocopia delle pagine è stata data secondo un certo ordine che poteva anche essere diverso da quello risultante dal processo verbale, in ogni caso le 49 pagine in cui consiste il dossier erano state rese pubbliche, ripeto, mediante il sistema ineccepibile della fotocopia. La seconda domanda che mi è stata posta allora era se il memoriale consisteva o no di altre quattro pagine, oltre le 49. Risposi che a me era stato consegnato un dossier di 49 pagine, quelle pubblicate. Attraverso la stampa, il capo dell’Ufficio Istruzione Gallucci dichiarò poi che le altre quattro pagine che diedero luogo a questa domanda di chiarimenti, supposte mancanti, non facevano parte del memoriale ma consistevano in copie di lettere dell’onorevole Moro. Aggiungevo allora di non avere ragione di tacere al Parlamento che, ove fossi venuto in possesso di documentazione, in forza della stessa procedura avrei adottato lo stesso comportamento”.

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